martedì 20 maggio 2008

A ortografia da língua portuguesa no Corriere della Sera


(José Saramago recebendo o Nobel do rei Carl XVI Gustaf da Suécia no Stockholm Concert Hall, a 10 de Dezembro de 1998.)


I fautori della rivoluzione: benefici notevoli per le ricerche su internet

In Portogallo si parlerà «brasiliano»

Il Parlamento di Lisbona approva il progetto: si adegua la lingua agli standard dell'ex colonia



RIO DE JANEIRO - È la lingua degli enigmi di José Saramago, o sussurrata al suono struggente del fado, ma è soprattutto quella urlata dalle mulatte di Jorge Amado e resa bossa nova da Vinicius de Moraes. Solo una decina di milioni di persone parlano portoghese là dove la lingua nacque, mentre nel resto del mondo sono ben 220, in gran parte brasiliani: era abbastanza scontato che chi dovesse soccombere nel processo di unificazione della lingua fosse proprio il Portogallo, e così è avvenuto. Non senza una certa fatica, venerdì il Parlamento di Lisbona ha approvato un accordo ortografico tra gli otto Paesi al mondo dove si parla portoghese. Oltre a Portogallo e Brasile, ci sono le ex colonie di Angola, Mozambico, Capo Verde, Timor Est, Guinea-Bissau e São Tomé e Principe. Nulla di davvero radicale — i cambiamenti riguardano solo una parte dell'ortografia — ma il Portogallo ci ha messo una decina di anni per cedere. Quasi tutte le modifiche spostano le regole verso l'uso brasiliano della lingua, assai semplificato da secoli.

Alla capitolazione si sono opposti fino all'ultimo i puristi dell'idioma, che hanno consegnato una petizione di 33.000 firme ai deputati di Lisbona affinché bocciassero la riforma. Ma non c'è stato niente da fare. Anni fa, quando una commissione fissò le nuove regole, venne deciso che l'applicazione sarebbe scattata con l'approvazione di soli tre Paesi, tra i quali non necessariamente il Portogallo. Poi, però, si è ritenuto doveroso aspettare il suo sì: «Siamo i padri della lingua portoghese, non i suoi padroni », ha detto il deputato Nuno Melo al momento di votare. In Brasile, con un certo orgoglio, si è commemorata la svolta ricordando che cade nell'anno del 200esimo anniversario dello spostamento della Corte reale da Lisbona a Rio de Janeiro, in fuga da Napoleone nel 1808. La colonia che diventava impero. Le modifiche ortografiche riguardano soprattutto accenti e trattini e l'eliminazione di lettere che nella pronuncia corrente sono andate perdute. Un esempio su tutti è la parola «selezione », che si scriverà ovunque «seleção», come i brasiliani chiamano tra l'altro le proprie squadre nazionali. Chi cambia di più è il Portogallo, con l'1,4 per cento delle parole contro appena lo 0,4 del Brasile. Su alcuni vocaboli, in mancanza di accordo, le differenze sui due lati dell'Atlantico verranno mantenute. Così come, ovviamente, sulla lingua di tutti i giorni, che differisce assai di più che quella ortografica. Probabile che traduzioni e doppiaggi di film restino separati, come già avviene adesso.

Nella tv, invece, l'egemonia della telenovela brasiliana non lascia scampo: già da decenni i portoghesi si sono abituati all'accento cantato dell'ex colonia, sui teleschermi per diverse ore al giorno. I fautori della riforma sostengono che i benefici saranno notevoli: dall'uniformità nelle ricerche via Internet al linguaggio giuridico internazionale. Una antica aspirazione lusofona è quella di vedere la propria lingua tra quelle ufficiali all'Onu (attualmente sono sei: inglese, mandarino, arabo, francese, russo e spagnolo). Chi invece non pare appassionarsi al tema e non vuole polemizzare è proprio José Saramago: «Io continuerò a scrivere come sempre - ha detto - Poi sarà un problema dei correttori di bozze».

Rocco Cotroneo
18 maggio 2008


IN:
http://www.corriere.it/esteri/08_maggio_18/portogallo_lingua_938f6b64-24a5-11dd-80ae-00144f486ba6.shtml

VER também:
http://www.portaldalinguaportuguesa.org/?action=acordo

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