sabato 27 settembre 2008

Missa por alma de Luciana Stegagno Picchio

Museu Nacional de Arte Antiga, Alegoria à Morte, António Campelo, 1550 - 1570

Domingo 28 de Setembro, 17 horas, Igreja de Santo António dos Portugueses


Missa por alma de Luciana Stegagno Picchio

O Reitor do Instituto Português de Santo António em Roma, Monsenhor Agostinho da Costa Borges, irá rezar no próximo domingo 28 de Setembro, pelas 17h00, na Igreja de Santo António dos Portugueses uma missa por alma da Professora Luciana Stegagno Picchio, insigne lusitanista e benfeitora desta instituição.

Todos os seus alunos e amigos, toda a comunidade nacional e todos os amigos de Portugal e da cultura portuguesa, que queiram reunir-se à família da Estudiosa e ao Instituto Português de Santo António em Roma, são convidados a participarem nesta homenagem que assinala um mês após a data do seu desaparecimento.

Monsenhor Agostinho da Costa Borges




Messa in memoria di Luciana Stegagno Picchio

Il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant’ Antonio in Roma, Monsignore Agostinho da Costa Borges, celebrerà la prossima domenica 28 Settembre 2008 alle Ore 17.00 nella Chiesa di Sant’ Antonio dei Portoghesi una Messa in memoria della Professoressa Luciana Stegagno Picchio, illustre lusitanista e benefattrice di questa istituzione.

Tutti i suoi alunni, gli amici, tutta la comunità nazionale e tutti gli amici del Portogallo e della cultura portoghese, che vogliano unirsi alla famiglia della Studiosa e all’Istituto Portoghese di Sant’ Antonio, sono invitati a partecipare in questo omaggio che segnala un mese dalla sua scomparsa.

Monsignore Agostinho da Costa Borges

venerdì 26 settembre 2008

Cecilia canta Inês


Um espectáculo belíssimo, o de ontem, 25 de Setembro: a grande mezzo-soprano romana, Cecilia Bartoli, que não actuava em Roma há já vários anos, regressou ao Nuovo Auditorium-Parco della Musica, onde interpretou com a sua proverbial paixão temas do último álbum, Maria, e outras árias românticas dos seus compositores de sempre, entre eles, Rossini.

A segunda ária interpretada pela Artista foi a de Inês de Castro. Já anteriormente "Via dei Portoghesi" tinha publicado uma informação a respeito da importância do mito de Inês de Castro em todo o século XIX, e em particular a da fortuna desta ópera lírica popularizada pela grande diva do bel-canto de Oitocentos: Maria Malibran:
http://viadeiportoghesi.blogspot.com/2007/11/cecilia-bartoli-e-ins-de-castro.html

La Romanza di Ines, “Cari giorni” con il suo semplice accompagnamento di arpa e il carattere intimo della sua melodia appartiene ai più sublimi punti culminanti di quest’opera. La triste atmosfera della prigione, che fa da sfondo alla voce piena di nostalgia, viene ritratta con colori commoventi realizzati con la magica sonorità di un’arpa dell’epoca. Uno dei rari momenti di quiete, questa Romanza è in pieno contrasto con la terribile vicenda che culmina, nell’Atto terzo, nella grande scena della follia di Ines, un recitativo accompagnato, e nella scena della sua morte straziante a seguito dell’avvelenamento.Tra le opere concepite espressamente per Maria (Malibran), la Inês de Castro fu quella coronata da maggiore successo; fu l’unica, inoltre, a poter vantare diverse nuove messe in scena in Europa fino alla metà dell’Ottocento. Maria stessa cantò l’opera ancora una volta, nell’agosto 1835, a Lucca.
IN http://www.ceciliabartolionline.com/the_music_ital.html

Ouvir ontem Cecilia Bartoli era arrebatador: e havia um pouco de Portugal em Roma, naquele palco e através de uma grande Artista.


VER
http://www.santacecilia.it/scw/servlet/Controller?gerarchia=01.19&id=1359

martedì 23 settembre 2008

Tabucchi faz 65 anos

Antonio Tabucchi, um dos maiores estudiosos e tradutores da obra de Fernando Pessoa em Itália, faz hoje 65 anos.

A respeito do poeta português, disse:

Pessoa è un universo che va in tante direzioni (...) E’ un continente, non un paese, e non è solo il Portogallo ma tante cose diverse.(...) Pessoa, una volta tornato dal Sudafrica, non si è mai mosso da Lisbona, ma arrivava dappertutto con il pensiero, “era in sintonia”; era un po’ “stregone”, ma anche un uomo di una cultura immensa. (...) Ma bisogna soffermarsi anche sull’estetica del suo pensiero e dei suoi versi. D’altronde, anche un’altra persona avrebbe potuto inventarsi sette-otto eteronimi, ma se non avesse scritto ciò che ha scritto Pessoa, perché dovrebbe interessarci?Lui compie semplicemente “un’opera di radicalizzazione” di qualcosa che è sempre esistito, e che resta invalicabile. Cervantes stesso dice: “Io sono Don Chisciotte e Sancho Panza”.
(in http://www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=194)

Parabéns a Antonio Tabucchi!

Ver a biografia de Antonio Tabucchi em
http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Tabucchi

lunedì 22 settembre 2008

Na senda de Leonor e Frederico...




Um dia depois de termos noticiado a antiga aliança entre Portugal e a Alemanha, através do casamento de Frederico III com a infanta D. Leonor em 1451, um novo "abraço" italo-luso-alemão aconteceu nas dependências do Instituto Português de Santo António.

A nascente associação italo-alemã de ortopedia e traumatologia ASSITOT - DIVOT reuniu no passado fim-de-semana o seu primeiro congresso no Chiostro del Bramante, junto à igreja de Santa Maria della Pace, ao que se seguiu um encontro no Instituto Português.


O seu Presidente, Prof. Wolfram Thomas, referiu-se em termos muito elogiosos ao Instituto, e declarou querer contribuir para o financiamento do novo órgão, em fase de acabamento.

Aqui publicamos algumas fotografias do acontecimento e o texto de apresentação sobre o IPSAR escrito pela ocasião.


Sant’Antonio dei Portoghesi
Ospedale – Istituto ospitale


Le antiche origini di Sant’Antonio dei Portoghesi in Roma rievocano la carità e la pietà di alcuni cittadini portoghesi: Donna Guiomar di Lisbona, la cui immagine è ritratta nella fontana del patio dell’Istituto, iniziò ad accogliere nella sua casa, nei pressi del Colosseo, le donne portoghesi in pellegrinaggio a Roma. In seguito furono realizzati altri due ospizi: uno nella zona di Campo de’ Fiori, fondato dalla Chiesa di Lisbona – l’edificio esiste ancora, al numero 15 di questa piazza – e un terzo, nel luogo in cui si trova attualmente, per volere del Vescovo di Porto e Cardinale di S. Crisogono, D. Antão Martins de Chaves. Con la promulgazione della Bolla Superne Dispositionis di Papa Paolo II, nel 1467 i tre ospedali sono riuniti in uno solo, assicurando alla Comunità Portoghese residente o di passaggio a Roma un punto di riferimento e di identità nazionale, uno spazio di preghiera e di culto, e una struttura per l’accoglienza, l’ospitalità e l’assistenza medica.

Nel corso dei secoli, sono state conservate queste funzioni. Nella bella Chiesa, ricostruita nella prima metà del XVII secolo dall’architetto Martino Longhi, il giovane, e arricchita durante numerosi interventi artistici con marmi di grandissimo pregio e opere d’arte di notevole valore – impegnando grandi architetti (Rainaldi, Vanvitelli), pittori (Calandrucci, Zoboli, Agricola, Concioli) e scultori (Della Valle, Canova) – sono state celebrate le grandiose esequie dei monarchi lusitani dei secoli XVIII e XIX e le funzioni religiose che evocavano la nazionalità, come avveniva per Sant’Antonio, il grande francescano nato a Lisbona, in Italia conosciuto soprattutto come “Sant’Antonio da Padova”, e per l’Immacolata Concezione, consacrata patrona e regina del Portogallo dopo la restaurazione dell’indipendenza, nel 1640. In questa Chiesa ha pregato il gesuita portoghese António Vieira, una delle maggiori figure della letteratura barocca a livello mondiale, che ha conquistato Roma, e le cui celebrazioni del quarto centenario della nascita ricorrono quest’anno.

Fin dall’inizio del XIX secolo, e particolarmente associata alla presenza in Roma dell’Ambasciatore portoghese (di nobile discendenza germanica) Alexandre de Sousa e Holstein, grande mecenate – il cui sepolcro realizzato da Canova costituisce una delle opere di maggior interesse della Chiesa – il tratto distintivo di questa Istituzione nel primo periodo, di accoglienza e assistenza, si sviluppa ulteriormente includendo un nuovo tipo di ospitalità. All’epoca non esisteva, infatti, un’accademia artistica nazionale, a differenza di altre nazioni, quali, ad esempio, la Francia, e cosi, insieme ai pellegrini, erano accolti anche i giovani portoghesi che si recavano nella Città Eterna per approfondire gli studi artistici, dei classici, e per apprendere la lezione dei maestri romani. Così passano per Sant’Antonio quelli che diventeranno i volti più apprezzabili del panorama artistico portoghese: Vieira Lusitano, Sequeira, Meneses, Metrass, Lupi, Soares dos Reis, Pousão, e molti altri.

In occasione dell’annessione di Roma al nascente Regno d’Italia, l’Ospedale è trasformato giuridicamente e istituzionalmente, nell’attuale Istituto Portoghese di Sant'Antonio. La tradizione spirituale e religiosa resta immutata insieme a quella dell’ospitalità, favorendo la residenza a Roma di ricercatori e artisti nazionali, ma anche aprendosi alla Città e al Paese e stimolando un dialogo interculturale, che sottolinea i vincoli di amicizia che da sempre legano l’Italia e il Portogallo.

Da circa 10 anni il nostro principale impegno è stato quello di incentivare l’attività culturale, creando spazi adeguati a questo magnifico ed inatteso “angolo di paradiso” nel centro storico di Roma. Attualmente si organizzano in media 4 concerti di musica erudita ogni mese, approfittando dell’ottima acustica della Chiesa; attraverso la mailing-list, in costante crescita, sono inviati mensilmente i programmi delle attività, che includono conferenze, celebrazioni ed eventi di vario genere; nella splendida galleria d’arte, restaurata negli ultimi anni, si realizzano frequentemente esposizioni di artisti nazionali e stranieri, tra cui teniamo a sottolineare l’ultima, la personale della pittrice tedesca Karen Thomas, grazie alla quale ci troviamo riuniti questa sera. Inoltre, tra le attività dell’Istituto ricordiamo i corsi di lingua e cultura portoghese, la biblioteca e l’archivio storico; e, ancora, la realizzazione delle registrazioni dal vivo dei migliori concerti, pubblicati in CD, che offreno così a molti giovani e promettenti musicisti una prima opportunità.

E, soprattutto, è necessario ricordare il grande progetto di quest’ultimo periodo: uno dei maggiori, e senza dubbio il più moderno e potente organo di Roma, la cui costruzione e montaggio stanno per essere ultimati negli prossimi giorni. Un antico sogno, che ha iniziato a concretizzarsi già da alcuni anni, fin dall’incontro con il Maestro Jean Guillou, organista titolare di Sant’Eustache (Parigi) e inventore di questo nuovissimo strumento a struttura variabile, provvisto di una tecnologia di punta che vince i limiti tecnici e permette di creare un discorso musicale espressivo, quasi letterario. Fra poco, la Chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi offrirà alla Città di Roma ogni settimana un concerto di organo. Un grande impegno ancora in corso, anche sul punto di visto finanziario, nel quale sono graditi partecipazioni o contributi.

Dopo aver esposto brevemente il nostro passato, il nostro presente e le nostre intenzioni per il futuro, si può ben comprendere la gioia con cui abbiamo accolto il suggerimento del Professor W. Thomas di associare Sant’Antonio dei Portoghesi alla riunione di medici tedeschi e italiani in questo 1° Convegno dell'Associazione Italo-Tedesca per Scambio Culturale in Ortopedia e Traumatologia (ASSITOT): “Attualità nella Chirurgia della Colonna Lombare e del Ginocchio“. C’è un legame impalpabile di amicizia e di comunicazione tra i popoli europei, sanzionata dalla storia e dall’attuale unione politica dei nostri paesi, che ci suggerisce di perpetuare l’ospitalità di questa antica istituzione, che vi accoglie, oggi e sempre.

giovedì 18 settembre 2008

Uma princesa portuguesa em Siena

Eneias Sílvio Piccolomini celebrando o casamento de Frederico III, Imperador do Sacro Império, com a infanta portuguesa D. Leonor. Fresco de Pinturicchio (1502-08) noDuomo de Siena.

Nascida em Torres Vedras, neste 18 de Setembro, mas do longínquo ano de 1434, a infanta D. Leonor, filha do rei D. Duarte de Portugal, foi mulher do imperador Frederico III e mãe de Maximiliano I da Germânia. Um fresco de Pinturicchio, no Duomo de Siena, representa o seu casamento, em 1451, celebrado pelo futuro Papa Pio II.
A coroação imperial do casal - a última que se realizou em Roma - foi feita pelo Papa Nicolau V, a 19 de Março de 1452.

lunedì 15 settembre 2008

Exames de Português - época de Setembro

A partir de amanhã, na Faculdade de Letras da Università degli Studi di Roma Tre, terá início a época de exames de Setembro para os estudantes de língua portuguesa. Eis algumas informações:

Esami di Portoghese

Professoressa Giulia Lanciani

Corsi di Laurea in
Lingue e Culture Straniere
Lingue e Comunicazione Internazionale

Sessione di Settembre 2008

Appelli Letteratura Portoghese e Brasiliana
Professoressa Giulia Lanciani / Professor Giorgio de Marchis

1º Appello:
Giovedì, 18.09.2008
Ore 9.00
Aula 21

2º Appello:
Lunedì, 29.09.2008
Ore 9.00
Aula 21


Esami Lettorato
Drª Taisa Lucchese / Dr. Francisco de Almeida Dias

SCRITTO - comprensione + espressione (unico appello)
Martedì, 16.09.2008
Ore 9.30
Aula 21

ORALE – comprensione + espressione (unico appello)
Mercoledì, 17.09.2008
Ore 9.00
Laboratorio Linguistico

Reinício actividades Instituto Português

Prospero Minghetti - Allegoria della Musica (1832)


Esta noite recomeça a actividade cultural do Instituto Português de Santo António: um belo concerto que preludia um ano intenso de cultura e amizade italo-portuguesa:

Lunedì 15 Settembre 2008, ore 21:00 - Chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi

CONCERTO
PROGRAMMA:

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Sonata in re Magg. op.12 n.1 (1797 / 1798),
per violino e pianoforte
allegro con brio, tema con variazioni, rondò allegro

Elliot Carter (1908 )
Riconoscenza per Goffredo Petrassi (1984),
per violino

John Cage (1912 – 1992)
Nocturne (1947),
per violino e pianoforte

Fritz Kreisler (1875 – 1962)
Preludio e allegro (1910),
per violino e pianoforte

Francis Poulenc (1899 – 1963)
Sonata* (1947),
per flauto e pianoforte
allegro malinconico, cantilena, presto giocoso

Benjamin Britten (1913 – 1976)
Gemini Variations op.73 (1965),
per flauto, violino e pianoforte a Quattro mani




Lauren Weiss, flauto
Gil Morgenstern, violino
Gabriella Morelli* - Giancarlo Simonacci, pianoforte

venerdì 12 settembre 2008

Corsi di Portoghese 2008-09 nell'IPSAR

http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=15


Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma



Anno Accademico 2008-2009 - 1º Semestre

Corsi di Lingua e Cultura Portoghese

È con grande gioia che comunichiamo l’apertura dei corsi liberi di lingua e cultura portoghese che avranno inizio, il prossimo Ottobre , nel suo 45º anno di esistenza.

La riunione iniziale avrà luogo presso l’Istituto, lunedì, 22 settembre p.v., alle ore 18:00.

In questa riunione saranno fornite alcune informazioni agli alunni che s’iscrivono per la prima volta nel livello iniziale, e si farà un piccolo test di valutazione delle conoscenze linguistiche a tutti gli alunni che si propongono di frequentare il livello medio o avanzato, in modo da stabilire la sua attribuzione nelle diverse classi.

Le attività accademiche inizieranno dal 6 ottobre.

È prevista la creazione di 4 livelli di apprendimento:

o il primo livello (basico) di 40 ore, distribuite in due lezione di due ore, ogni martedì e giovedì, dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
o i livelli medi e avanzati (secondo, terzo e quarto), di 30 ore, distribuite in una lezione settimanale, in giorno e orario da stabilire.
o tutto il calendario sarà comunicato con precisione nelle prime lezioni dei corsi.

L’avviamento dei corsi sarà stabilito dalla presenza di un numero minimo di alunni.

altre informazioni:

o I programmi saranno stabiliti tra Professore e Allievi all’inizio delle lezioni. La valutazione comprenderà la frequenza e la partecipazione dell’Allievo, confermate da un esame scritto alla fine del corso. L’esame darà diritto ad un Certificato di frequenza e merito, autenticato dalla Segreteria dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma.

o Il pagamento dei corsi dovrà essere effettuato presso la Segreteria dell’Istituto nel suo orario di funzionamento. Comprenderà una tassa d’iscrizione, per quelli che s’iscrivono per la prima volta, alla quale sarà aggiunta la tassa di frequenza del semestre. Presso la Segreteria sarà effettuato anche l’acquisto dei manuali di studio, sotto indicazione del Professore.



Insegnanti:

Dr. Duarte Pinheiro
(Lettore dell’Instituto Camões presso l’Università degli Studi dell’Aquila)

Dr. Francisco de Almeida Dias
(Lettore dell’Instituto Camões presso l’Università degli Studi di Roma Tre)



È gentilmente richiesta la pre-inscrizione tramite e.mail biblioteca@ipsar.org, con l’indicazione di nome e cognome, numero di telefono e livello nel quale, il candidato, pretende iscriversi.




Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma

Via dei Portoghesi, 2 - 00186 ROMA
+39 06 68802496
www.ipsar.org
biblioteca@ipsar.org

giovedì 11 settembre 2008

A mulher mais velha da Europa é portuguesa

115 anos: Mulher mais velha da Europa e segunda do mundo

IN


Maria de Jesus celebrou ontem 115 anos de vida na aldeia de Corujo, Tomar, distribuindo sorrisos de contentamento e de satisfação aos presentes, ao mesmo tempo que saboreava um arroz-doce, a sua sobremesa favorita. Em ambiente de festa e na companhia dos seus familiares próximos, Maria de Jesus teve direito a receber um ramo de flores de Corvelo de Sousa, presidente da autarquia, e forças para soprar as três velas.

Filhos, netos, sobrinhos, bisnetos e trinetos não deixaram de passar o dia junto daquela que é considerada a mulher mais idosa da Europa e a segunda mais velha do mundo, sendo, neste momento, superada pela norte-americana Edna Parker, que fez 115 anos no passado dia 20 de Abril.

Sentada numa cadeira de rodas (obtida recentemente numa campanha), Maria de Jesus tem dificuldades de audição e uma vista que já fraqueja, estando os seus cuidados entregues a Maria Madalena, uma filha que conta já 83 anos. Ao corrupio da manhã, com a visita de vizinhos, familiares, amigos e dezenas de fotógrafos e jornalistas, Maria de Jesus respondeu sempre com um sorriso afável afastando-se de forma cortez para o almoço que precederia uma sesta reconfortante. Nascida em Urqueira, Ourém, a 10 de Setembro de 1893, Maria de Jesus vivenciou boa parte dos séculos XVIII, XIX e XX e a sua infância foi muito difícil num País onde tudo escasseava.

"Ela 'comeu o pão que o Diabo amassou' numa altura em que 'meia sardinha era o sustento de uma família à refeição'. Era o que havia, muito pouco ou nada, mas a minha mãe nunca virou a cara à luta e conseguiu criar os seis filhos que teve", contou ao DN Maria Madalena. "O Portugal de então era muito pobre e lembro- -me bem de que andávamos todos descalços, sem possibilidades de ir à escola, sem luz eléctrica, sem nada", contou. "Ela nunca gostou nem perdoou ao Salazar pelo sofrimento que causou ao povo", afiançou.

Muito religiosa, Maria de Jesus começou a trabalhar aos 12 anos nas planícies ribatejanas e enviuvou aos 57. Os seus dois irmãos faleceram com 72 e 90 anos de idade e, segundo contou a sua filha, "este é um caso raro de longevidade na família". "Nunca esteve doente ou internada, nunca tomou remédios para o que quer que fosse e sempre apresentou uma saúde de ferro", lembra Maria Madalena.


VER também:

Curisodidade: ano de 1893

mercoledì 10 settembre 2008

Fátima Taborda em Newcastle


Fátima Taborda fo durante vários anos leitora de Português em Itália, junto da Facoltà di Lettere e Filosofia da Università degli Studi di Roma Tre, assitindo a Professora Giulia Lanciani.

Os seus anos de serviço foram sempre marcados por um grande profissionalismo e dedicação, tendo deixado muitas saudades entre alunos e colegas, quando partiu de Roma, há dois anos.

Soubemos hoje da sua recente nomeação como leitora de Português do Instituto Camões em Newcastle, circunstância particularmente feliz, já que Fátima Taborda tem no Reino Unido parte da sua família.

De Roma, onde a recordamos com muita amizade, segue um grande abraço e os votos de uma permanência profícua e cheia de alegrias.

University of Newcastle upon Tyne
SPLAS, School of Modern Languages
Old Library Building, rooms 5.39
Newcastle NE1 7RU
Tel: (+) 44 191 222 7441 (Dep.);
(+) 44 191 222 7481 (CLP)
Fax: (+) 44 191 222 5442 (CLP)



PS:
Um dos maiores vultos da literatura portuguesa, Eça de Queirós, viveu também em Newcastle. Eis uma memória da sua passagem:

Eça then worked in the Portuguese consular service and after two years' service at Havana was stationed at 53 Grey Street, Newcastle upon Tyne, from late 1874 until April 1879. His diplomatic duties involved the dispatch of detailed reports to the Portuguese foreign office concerning the unrest in theNorthumberland and Durham coalfields - in which, as he points out, the miners earned twice as much as those in South Wales, along with free housing and a weekly supply of coal. The Newcastle years were among the most productive of his literary career. He published the second version of O Crime de Padre Amaro in 1876 and another celebrated novel, O Primo Basílio ("Cousin Basílio") in 1878, as well as working on a number of other projects. These included the first of his "Cartas de Londres" ("Letters from London") which were printed in the Lisbon daily newspaper Diário de Notícias and afterwards appeared in book form as Cartas de Inglaterra. As early as 1878 he had at least given a name to his masterpiece Os Maias ("The Maias"), though this was largely written during his later residence in Bristol and was published only in 1888. There is a plaque to Eça in that city and another was unveiled in Grey Street, Newcastle, in 2001 by the Portuguese ambassador.

IN

martedì 9 settembre 2008

100 anos de Manoel de Oliveira em Veneza


Manoel de Oliveira em Veneza


Veneza, Itália, 27 Ago (Lusa) - O realizador português Manoel de Oliveira, que em Dezembro completa 100 anos de idade, está hoje em Veneza para mostrar "Do visível ao invisível", sete minutos de película que "sintetizam o cinema ainda actual e surpreendente deste venerável cineasta", escreve a agência EFE.

IN
http://jn.sapo.pt/PaginaInicial/Cultura/Interior.aspx?content_id=1005410



27 de Agosto


E' iniziata al PalaLido, con la cerimonia d'apertura, la 65. Edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. A dare il via ufficiale alla Mostra il regista portoghese Manoel De Oliveira, che ha definito il festival "il piu' importante del mondo"

IN
http://www.cinemaitaliano.info/mostra_di_venezia_2008_report_27_agosto_manoel_de_oliveira_notizia02073.html



Do Visível Ao Invisível

«Una piccola commedia satirica sull’artificializzazione della società e dei consumi esasperati, oggi tanto in voga con i veloci avanzamenti tecnologici (straordinari di per sé), ma che ci derubano della nostra cara intimità e della nostra non meno cara tranquillità, inquinando quotidianamente la terra, il mare e l’aria, con il sereno consenso delle leggi internazionali e in nome di quello che si chiama progresso». (Manoel de Oliveira) In Do Visìvel ao Invìsivel siamo spettatori di un ironico incontro tra due amici nel cuore di San Paolo. I due tentano di conversare ma sono continuamente interrotti dallo squillo dei loro cellulari; così, per riuscire a comunicare, si telefonano e parlano della vita e del suo ritmo travolgente. Uno sguardo acuto e sottile sul mondo moderno che si avvale di sofisticati armamentari per comunicare non riuscendo, nonostante tutti i progressi raggiunti nella comunicazione, a sistemare le vie dissestate dell’umanità.

IN
http://www.labiennale.org/it/cinema/mostra/it/77711.2.html#visivel





Artigo do DN sobre o encerramento do Festival de Veneza:
http://dn.sapo.pt/2008/09/09/artes/futuro_veneza_entre_criticas_optimis.html



Site do Festival de Cinema de Veneza 2008:
http://www.labiennale.org/it/cinema/mostra/

sabato 6 settembre 2008

DN recorda Pavarotti a um ano do seu desaparecimento

Artigo publicado no jornal Diário de Notícias:
Luciano Pavarotti


A 6 de Setembro de 2007 desaparecia, vítima de cancro, uma das maiores vozes do canto lírico do século XX. Canto lírico que, como poucos, divulgou de forma incansável junto de novos públicos. No primeiro aniversário da sua morte, o mundo volta a prestar-lhe homenagem.

Desaparecido há um ano, Luciano Pavarotti foi, para muitos, 'o tenor do século'.

Alguém o definiu um dia como "um fenómeno da Natureza" - antes e depois dele, nenhum outro cantor lírico conseguira reunir a mesma mescla de talento, entrega, simpatia e capacidade de sedução que lhe conferiu o estatuto de um dos grandes ícones do século XX.

Há um ano, o mundo despedia-se dele, perante a notícia da sua morte aos 71 anos, vítima de um cancro no pâncreas: Luciano Pavarotti morria em Modena, sua cidade natal, mas não a sua voz e o seu legado. Em particular o papel que incansavelmente desempenhou na captação de novos - e quantas vezes inesperados - públicos para a ópera: com ele, também ela se tornou um fenómeno de massas.

Admirador confesso de Caruso, que considerava "o verdadeiro tenor do século", e apaixonado por futebol e canções napolitanas, convivera com a música desde os seus dias de menino por influência do pai, tenor amador. Nascido a 12 de Outubro de 1935, em Modena, Itália - a mesma cidade de nascimento da soprano Mirella Freni, com quem colaborou de forma regular -, foi justamente com o pai que se iniciou no canto lírico, acompanhando-o nas digressões do grupo coral que ambos integravam. Foi também o pai quem o incentivou a ir mais além, estudando, primeiro, com Arrigo Pola e, depois, com Ettore Campogalliani, enquanto trabalhava como professor e agente de seguros.

A sua estreia em palco, essa, dar-se-ia em 1961, no papel de Rodolfo, em La Bohème, de Puccini, compositor a que, tal como Donizetti e Verdi, daria voz como poucos. Dono de extensa discografia, com memoráveis colaborações - de Joan Sutherland a Karajan, passando por Sinatra - e passagem pelos principais palcos, Luciano Pavarotti levaria o canto lírico mais alto e mais longe, onde quer que estivesse, sozinho ou em parceria (Os Três Tenores, Pavarotti & Friends).

Portugal teve o privilégio de o receber duas vezes: em 1991, no Coliseu dos Recreios, na capital, e em 2000, no Estádio S. Luís, em Faro.

venerdì 5 settembre 2008

Simonetta Luz Afonso deixa Instituto Camões


Artigo de Leonor Figueiredo publicado no Diário de Notícias a 28 de Agosto último.



No final do mês, Simonetta Luz Afonso deixa o Instituto Camões e toda uma carreira na Administração Pública, 40 anos de serviço, "com muito gosto". "Vou dedicar-me à família - tenho uma neta de quatro anos que me faz grande companhia -, vou ler os livros que tenho para ler e as viagens que tenho para fazer. E cozinhar, um dos meus hobbies", confessa ao DN a historiadora, museóloga e conservadora, cuja carreira se ligou, desde o início, à difusão da cultura portuguesa.

De descendência italiana, Simonetta Luz Afonso teve no Programa Internacional da Emissora Nacional o primeiro emprego. Mas logo depois entrou como conservadora do Palácio da Pena e nunca mais deixou a área. "Quando estive no Palácio de Queluz fiz os primeiros cursos para restauradores que hoje são o núcleo da Universidade Nova", conta, assim como a promoção do "primeiro curso de gestão das artes, que ajudou a entender a gerir a coisa pública".

Mas foi a Europália, para qual trabalhou três anos, que deu maior visibilidade a Simonetta e proporcionou juntar 7500 fotografias do património nacional móvel, do Estado, da Igreja e dos privados. "A Europália foi um olhar renovado da Europa sobre Portugal, como cartão de visita".

À frente do Instituto dos Museus, de 1991 a 1996, reestruturou a rede de 31 museus "quando havia fundos comunitários, proporcionando fazer grandes obras, preparando-os para a internacionalização".

O Pavilhão de Portugal deu-lhe oportunidade para trabalhar com o arquitecto Siza Vieira, com quem, pouco depois, voltaria a reunir para a Feira de Hanover. "É importante que Portugal faça grandes eventos para chamar as atenções", opina.

Em 2007 ajudou na programação cultural da presidência portuguesa da UE. Mas os últimos quatro anos, à frente do Instituto Camões, foram a dirigir "uma equipa de luxo". Simonetta salienta os 300 leitores no mundo, a duplicação de países com quem trabalham e as 250 universidades, os 80 mil universitários a aprender português, a formação de intérpretes e tradutores , assim como o apoio a jovens artistas.

Reformada e sempre activa, disponibiliza-se. "Estou numa bolsa de voluntariado para ajudar em boas causas".





NOTA:
Em Itália, o Instituto Camões instituiu as seguintes cátedras:

Universidade de Bari - Cátedra David Mourão-Ferreira
Universidade de Bolonha - Cátedra Eduardo Lourenço
Instituto Universitário Europeu - Cátedra Vasco da Gama
Universidade de Pisa - Cátedra Antero de Quental
Universidade de Roma Tor Vergata - Cátedra Agustina Bessa-Luís
Universidade de Roma La Sapienza - Cátedra Padre António Vieira
Universidade de Roma Tre - Cátedra José Saramago
Universidade da Tuscia - Cátedra Pedro Hispano


A rede de docência do Instituto Camões estende-se ainda às seguintes universidades:


Universidade de Estudos de Áquila
Universidade da Calábria
Universidade de Bolonha
Universidade de Florença
Universidade de Forli - Escola Superior de Línguas Modernas para Interpretariado e Tradução
Universidade de Milão
Universidade de Nápoles - Instituto Universitário Orientale
Universidade de Nápoles Suor Orsola
Universidade de Pádua
Universidade de Parma
Universidade de Salerno
Universidade de Siena
Universidade de Trento
Universidade de Turim
Universidade Cà Foscari de Veneza

http://www.instituto-camoes.pt/rede-de-docencia/europa.html

Ainda Stegagno Picchio

Artigo publicado no site do Instituto Camões:

A professora Luciana Stegagno Picchio, principal especialista italiana de Estudos Portugueses e Brasileiros, com cerca de meio milhar de trabalhos publicados na área da cultura de expressão lusófona, morreu a 28 de Agosto aos 88 anos.

Era professora emérita da Universidade de Roma La Sapienza, cujo Departamento de Língua e Filologia Românica chefiou durante várias décadas, e fora fundadora e responsável durante 11 anos da revista Quaderni Portughesi. Durante 20 anos colaborou no diário italiano La Repubblica, que publicou domingo último um texto de evocação da autoria do escritor Antonio Tabucchi com o título «Escuta a voz de Luciana».

«Na cátedra estava uma senhora bela e elegante que, com a voz com que merecem serem lidas as grandes poesias, lia uma poema antigo da idade média portuguesa, coevo da Escola Siciliana, que falava de separação e nostalgia», assim recorda Antonio Tabucchi o seu encontro no ano lectivo de 1964-65 com Luciana Stegagno Picchio, quando foi assistir a uma aula na Faculdade de Filosofia e Letras da Universidade de Pisa, a sua cidade natal. «Aquela professora de excepção era Luciana Stegagno Picchio».

Os trabalhos de Luciana Stegagno Picchio - cuja repercussão ultrapassou em muito as fronteiras italianas - e a sua forte ligação a Portugal e ao Brasil valeram-lhe inúmeras homenagens em vida. Recebeu o grande colar da Ordem de Sant'iago da Espada e era, desde 1975, membro correspondente da Academia das Ciências de Lisboa. Pertencia também à Academia Brasileira de Letras.

Stegagno Picchio destacou-se também pela sua postura activa em defesa da liberdade e da democracia, uma faceta recordada pelo ex-Presidente da República Mário Soares na homenagem de que foi objecto a estudiosa italiana em Julho de 2001, em Lisboa, organizada pelo Instituto Camões. Segundo o relato na imprensa italiana, Mário Soares contou ter dormido num sofá na casa de Luciana Stegagno Picchio, onde ela acolhia em Itália durante a ditadura «todos os portugueses, literatos ou não». «Nas recordações juvenis de Soares é Luciana que transporta de lambreta, do aeroporto de Fiumicine, um maço de cópias do Avante!», o jornal clandestino PCP, «para que qualquer um pudesse ler em Roma».

À homenagem de 2001 - intitulada Luciana Stegagno Picchio, A Língua Outra, numa referência ao seu idioma de adopção - compareceram personalidades como o escritor José Saramago, que lamentou tê-la conhecido já tarde, o ensaísta Eduardo Lourenço, que a descreveu como a «descobridora do Brasil», o poeta Hélder Macedo, o lusitanista Paul Tyssier, o crítico e docente Perfetto Quadrado, a italianista Rita Marnoto, e os académicos Carlos Reis e José Vitorino de Pina Martins. Na altura foi publicada uma fotobiografia organizada por Alessandra Mauro, uma das alunas predilectas de Stegagno Picchio.

Licenciada em Arqueologia grega pela Universidade de Roma, Luciana Stegagno Picchio era uma reputada filóloga iberista, historiadora da cultura e crítica literária. Leccionou na Universidade La Sapienza, como professora catedrática, de 1969 até 1996, Língua e literatura portuguesa e Literatura brasileira, segundo uma nota biográfica no sítio da Editorial Caminho.
Foi também professora visitante em vários países, entre os quais Portugal, Brasil e Estados Unidos, tendo neste último país colaborado em Boston com o linguista Roman Jakobson em estudos de literatura medieval e moderna portuguesa (Fernando Pessoa).

Entre as suas publicações dedicadas a Portugal destacam-se a Storia del teatro portoghese (Roma, 1964, trad. portuguesa, Lisboa, 1969), Profilo della letteratura drammatica portoghese (Milano, 1967), Ricerche sul teatro portoghese (Roma, 1969), edições críticas de poesia e prosa medieval, renascentista e moderna (lírica galaico-portuguesa, João de Barros, Gil Vicente), ensaios críticos sobre os principais autores de Língua Portuguesa desde Camões e Fernando Pessoa a José Saramago. Muitos destes ensaios foram recolhidos, em versão portuguesa no volume A Lição do texto (Lisboa, 1979) e, em francês, nos dois volumes de La Méthode Philologique com prefácio de R. Jakobson (Paris, 1982).

Entre as obras dedicadas ao Brasil destacam-se várias histórias literárias desde La littérature brésilienne (Paris, «Que sais-je?», 1982 e 1996 com trad. portuguesa e francesa) e La letteratura brasiliana (Firenze-Milano, 1972, com trad. romena, Bucaresti, 1986), até Storia della letteratura brasiliana (Torino, 1997, com ed. brasileira, História da Literatura brasileira, Rio, 1997). Amiga e Editora do poeta brasileiro Murilo Mendes, Poesia completa e prosa (Rio, Nova Aguilar, 1994).


VER também
artigo publicado no site do Instituto Português de Santo António em Roma

giovedì 4 settembre 2008

Luciana Stegagno Picchio

Morreu a 28 de Agosto de 2008, com 88 anos, a grande filóloga e lusitanista Luciana Stegagno Picchio. Aqui reproduzimos a homenagem que lhe foi feita no jornal italiano Repubblica pelo seu discípulo e amigo Antonio Tabucchi.

Ascolta, la voce, di Luciana
in Repubblica — 30 agosto 2008 pagina 52 sezione: CULTURA


Gli incontri della vita sono guidati dal caso, ma quando non lo si lascia scivolare impunemente davanti agli occhi e lo si "riconosce" allora il caso, da sua cieca natura di coincidenza aleatoria, rivela il senso misterioso che portava con sé, diventa "Occasione" come diceva Montale, entra nella nostra vita quale evento, alla stregua degli altri eventi fondamentali da cui la nostra vita è segnata e scandita. Il "caso" che mi condusse da Luciana Stegagno Picchio si chiama Fernando Pessoa, anche se allora non sapevo bene chi fosse. O meglio, significa uno studente che pensava di essere tagliato per la filosofia, la Sorbona, molto tempo ben perduto a Parigi a scoprire cose diverse dalla filosofia, la decisione di tornare in Italia perché quello studente si era accorto che la letteratura gli piaceva di più. E un piccolo libro di versi dall' aspetto povero, un' edizione a tiratura limitata comprato per puro caso su una bancarella andando alla Gare de Lyon: Fernando Pessoa, Bureau de Tabac. Tabaccheria. Titolo davvero singolare per una poesia, perché di una poesia si trattava, firmata oltretutto da un certo alvaro de Campos che lì per lì mi sembrò uno pseudonimo dell' autore. Pessoa, chi era costui? E il portoghese, che lingua era? E il Portogallo, dov' era? Da qualche parte era, ma per l' Italia e l' Europa non stava in nessun luogo, perché il Portogallo di Salazar aveva girato le spalle all' Europa e l' Europa aveva fatto lo stesso con lui. Eppure, che grande poeta era quel signore ignoto di un paese ignoto che scriveva in una lingua ignota: lo intuivo dalla traduzione francese. E come sarebbe stato bello conoscere la sua lingua. Anno accademico 1964-' 65. Mi iscrissi alla facoltà di Lettere e filosofia dell' Università di Pisa, la mia città natale. E, per puro caso, nel dipartimento di Filologia romanza c' era un insegnamento di Lingua e letteratura portoghese. E io un giorno andai a sentire una lezione. E qui il "puro caso" finisce e diventa un' altra cosa. Perché in cattedra c' era una donna bella ed elegante che con la voce che meritano di essere lette le grandi poesie leggeva un' antica poesia del medioevo portoghese, coeva della Scuola Siciliana, che parlava di lontananze e di nostalgie. «Ondas do mar de Vigo/se vistes meu amigo?/E ay Deus, se verra cedo!». «Onde del mar di Vigo, avete visto il mio amico? Dio mio, che torni presto!», e ancora: «Alte onde del mare, avete visto il mio amico? Dio mio, che torni presto!». E poi, dopo la lettura, la professoressa raccontava di quella Scuola poetica che nella Galizia e nel nord del Portogallo aveva elevato il gallego-portoghese a lingua poetica "speciale", a tal punto che Alfonso X di Castiglia l' aveva eletta per le sue Cantigas alla Vergine. Quel professore d' eccezione era Luciana Stegagno Picchio. Quell' anno, sotto la sua guida studiai quei trovatori, le loro cantigas di scherno, di amore e di amicizia e appresi i primi rudimenti della filologia romanza. Alla fine dell' anno, dopo un buon esame (un puro caso), ebbi una borsa di studio e partii per il Portogallo. Conobbi un paese, conobbi scrittori e poeti perseguitati dal regime ai quali mi aveva indirizzato Luciana. E conobbi Maria José, che in seguito sarebbe diventata mia moglie. Ma soprattutto "riconobbi". Nel Portogallo degli anni Sessanta riconobbi l' Italia di cui mi aveva parlato mio nonno: un paese imbavagliato, castigato da un lungo fascismo. Un paese povero ma con una cultura e un passato ricchissimi. Un paese orgoglioso che il regime poliziesco non era riuscito a soffocare. Paradossalmente in un regime totalitario riuscii a capire meglio il valore della democrazia, ad apprezzare ciò che avevo e che a quel paese mancava. Il Portogallo era ormai entrato prepotentemente nella mia vita. Grazie a Luciana Stegagno Picchio. Nel tempo di quella borsa di studio saltai una generazione: al mio ritorno Luciana non era più solo la mia professoressa, era insieme un maestro e un interlocutore, una persona da cui si impara e con la quale si discute. Intanto Maria José era venuta a laurearsi in Italia e con Luciana era nato un sodalizio, come se noi tre fossimo un pezzetto di Portogallo fuori dal Portogallo. Di quel sodalizio è anche risultato la rivista Quaderni Portoghesi (1977-1988), da noi fondata a Pisa, attraverso la quale portammo il nostro Portogallo (erano numeri tematici) nelle università europee ed americane. Vi creammo una direzione collegiale condivisa con amici lusitanisti come, fra gli altri, Fernanda Toriello. Luciana, come i veri maestri, mi ha insegnato che lo studio è fatto di fatica, di pazienza e di rigore, e mi ha insegnato che la filologia è un grande strumento: non serve solo per l' edizione critica di un testo antico, è un metodo di indagine e in qualche modo una visione del mondo. E nella cultura del mondo intero ho viaggiato anche grazie a Luciana. Perché il suo è sempre stato un metodo comparatista dove la letteratura di lingua portoghese era uno dei termini di paragone, ma non si limitava al Portogallo, all' Africa e al Brasile, si confrontava col mondo intero. La sua Storia del Teatro Portoghese, che è del 1964, per far capire al lettore italiano la dimensione di un Gil Vicente, di un Cardoso Pires, di un Luis-Francisco Rebello, ad esempio, tratta con familiarità Ruzante, Pirandello, Brecht, e altri autori universali. Un' analoga impostazione ha La Letteratura Brasiliana pubblicata da Sansoni nel 1972, e poi ripresa in un' edizione molto ampliata e aggiornata da Einaudi nel 1997. Uno straordinario esempio, quest' ultimo, di un sapere composito che con la letteratura accoglie il cinema, la musica, il folclore, l' antropologia, l' economia, la politica. è impossibile, in un articolo, dare la misura dell' eccezionale produzione scientifica e critica di Luciana: oltre quattrocento voci annovera la sua bibliografia che spazia dalle raffinatissime edizioni critiche dei trovatori gallego-portoghesi a quelle di poeti contemporanei come Murilo Mendes; i suoi studi teorici; i suoi lavori di linguistica con Roman Jakobson; le sue recensioni e i suoi articoli su la Repubblica; i suoi saggi su Pessoa scritti lungo una vita e raccolti in un volume recente che ho avuto l' onore di presentare al pubblico del Salone del Libro di Torino (Nel segno di Orfeo. Fernando Pessoa e l' avanguardia portoghese, Il Melangolo, 2003). Oggi che Luciana ci ha lasciato, so che il cordoglio tocca non solo la cultura italiana ma quella di molti paesi: col Portogallo, il Brasile, gli Stati Uniti, l' Angola e gli altri paesi africani di lingua portoghese, la Spagna, l' Inghilterra, la Romania. Qui, dove mi trovo, Vigo non è poi tanto lontana e le onde sono quelle dell' Oceano Atlantico. Con l' avvicinarsi del settembre il mare sembra gonfiarsi e le onde si fanno maestose. Mi piace chiudere questo mio ricordo con la voce della mia amica Luciana che mi risuona nella memoria. Legge un' antica poesia.


ANTONIO TABUCCHI