martedì 13 gennaio 2009

Pintura Contemporânea em Santo António dos Portugueses


Il 14 gennaio 2009, ore 19, avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale di Carlo Fusca, che proseguirà sino al 15 febbraio (dal martedì alla domenica, 16.00-20.00) nella galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma. L’esposizione «I codici minati/Exlibri» è curata da Graziano Menolascina e Luigi Paolo Finizio.

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”Fusca intende attraverso la parodia, la ricomposizione di frammenti di memoria, denunciare il dramma ironico della cultura attuale, sottolineandone i disagi.La storia si auto lacera, la sensualità Barocca delle opere precedenti muta in un “Espressionismo Distruttivo” che esibisce in primo piano lacerazioni e bruciature che simboleggiano la perdita dei valori, ma sostanzialmente di identità storica.Le battaglie scompaiono, il tempo diventa non tempo, i cavalieri, i cavalli un lontano ricordo per l’artista.E’ tutto da ricucire, da riassemblare, bisogna ricominciare per acquisire valori, ideali divorati nel tempo e dal tempo.Fusca attinge con foga e disinvolte ironia a un fondo di sembianze figurate, di segni e icone che nella storia e nella sua memoria hanno animato e dislocato gli assetti compositivi.In pittura e variamente nelle arti plastiche egli sommuove una linfa generica d’immagini divenuta pure di consumo iconografico, di istoriazione per ogni ordine di apparati figurativi tra frontespizi, cartigli, fondali e scenografie.Parabole visive insomma evocate e consumate attraverso stilemi variabili di pittura e scultura. Questo gioco consapevole di scambi iconografici messo in atto da Fvsca negli smistamenti figuranti e decostruenti non esce mai dal campo dell’arte.All’interno del suo studio, la pittura, nel gioco di memoria che la genera e consuma, che la dissemina e corrode, che la scambia e frantuma nei propri termini di immagine, continua a farsi arabesco di se stessa seppure nel decoro disfatto del proprio tessuto immaginativo. E sia detto per questo ciclo di opere di pittura-non pittura, Fusca dispiega nel visivo un dispositivo coinvolgente la sua stessa vicenda espressiva in pittura. A seguirla dentro l’attuale proporsi, nei lacerti cui è arrivata, le frequentate istituzionali realtà immaginative di natura e di storia si sono piegate e dissolte all’azione vorace e assimilante del segno corrivo: quando non sono altro che il frutto del gesto che trova e svolge distratto o involontario.”

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