lunedì 28 marzo 2011

Recensão do livro de Luís Cardoso publicado pela Urogallo

http://www.stradanove.net/v3/sezioni.php?sezione=21&id=3354&ughetti=77892a74c506d0d93c7fe71cafad9226 23.03.2011 Marilia Piccone REQUIEM PER IL NAVIGATORE SOLITARIO, LUÍS CARDOSO Il libro ritrovato a Timor Est Timor Orientale. A sud del Borneo, un’isola perduta alla fine del mondo. “Un luogo da deportati, un deposito di dimenticati, un’isola prigione circondata dal mare infestato di squali e di pirati in cerca di perle…”. Colonia portoghese dal 1512, indipendente dopo la rivoluzione dei Garofani, occupata dall’Indonesia, definitivamente indipendente dopo travagliate vicende solo nel 2002. “Non saresti mai dovuta venire”: sono le parole che danno inizio al romanzo “Requiem per il navigatore solitario” di Luís Cardoso, forse il più grande scrittore di Timor Est. C’è già come un anticipo di tutta la storia nelle parole di ‘benvenuto’ del capitano di porto Alberto Sacramento Monteiro alla fidanzata Catarina che è appena sbarcata dalla nave che l’ha portata da Batavia. Alberto aveva stretto un accordo commerciale con il padre di Catarina. In qualche modo, nell’accordo rientrava anche Catarina, diciassettenne, bella come un fiore. Il fidanzato le aveva regalato un gatto. Lei e i suoi genitori, cinesi di Batavia, non potevano sapere che i gatti si regalano alle amanti e i fiori alle ragazze. Catarina collezionerà gatti, quando ormai ha perso quello che può avere importanza per una giovane donna: Alberto Sacramento Monteiro la violenta e poi non si occupa più né di lei né del bambino che nasce. Non saresti mai dovuta venire…Lui ha dimenticato di dire che è già sposato. È Catarina a raccontarci la sua storia, di come sia rimasta a vivere sull’isola: quali altre scelte aveva? Di come, ad un certo punto, abbia condiviso la bella casa con la buganvillea con Madalena, che aveva avuto una figlia dal ‘fidanzato’ di Catarina, e di come abbia deciso, per puntiglio, di occuparsi di persona della piantagione di caffè che era stata il motivo dell’accordo tra suo padre e Alberto. Sfilano diversi capitani di porto in casa di Catarina, portano gatti in regalo. Alcune delle storie collegate ai gatti sono buffe, come quella del gatto che il capitano di turno ha rubato per darlo a Catarina, geloso dell’uomo che lo aveva dato a sua moglie. Non capiamo mai bene fino a che punto Catarina sia sincera e fino a che punto finga la sua ingenuità accattivante. Come la sera che serve per cena il pesce che avvelena il capitano: non l’aveva forse avvisata Madalena che avrebbe cucinato due pesci e che uno dava allucinazioni? Pensa forse che sia un gioco quando spilluzzica dal piatto del capitano, invitando lui a mangiare dal suo? C’è una galleria di personaggi intriganti in questa piccola isola, non si sa se disperati o folli. Un commerciante inglese che fa anche il dentista, declama Yeats e intona l’inno alla corona; un avventuriero soprannominato Indian Jones, che affitta jeep per muoversi tra le piantagioni; un deportato portoghese che aveva fatto saltare in aria un albergo a Lisbona, e infine il leggendario bandito di Manumera, il ribelle asserragliato sulle montagne che fa collezione delle divise di cui spoglia i suoi prigionieri. Intanto arrivano anche a Timor le notizie della guerra in Europa. Prima le voci, l’allarme diffuso, poi lo sbarco dei giapponesi che occupano l’isola. Ora c’è anche un capitano giapponese che corteggia Catarina che, tuttavia, nonostante i drammi che hanno costellato la sua vita, continua a sognare e ad attendere il principe azzurro. Arriverà di certo dal mare, sarà quell’Alain Gerbault autore di un libro che Catarina ama, Á la poursuite du soleil, che inseguirà il sole fino all’isola dove troverà la morte. E Catarina, già soprannominata la Grande…(attenzione ai puntini), acquisterà un altro soprannome letterario, la donna del tenente francese, perché immobile a spiare il mare sul molo, come la protagonista del romanzo di Fowles. Romanzo singolare di grande fascino linguistico con la ripetizione di frasi che suonano ossessive ma che servono per suggerire una chiave di lettura, per invitarci a sbirciare sotto il livello più in superficie della narrazione, alla ricerca del non detto. Luís Cardoso, Requiem per il navigatore solitario, Ed. dell’Urogallo, trad. Marco Bucaioni, pagg. 221, Euro 15,00

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