lunedì 10 febbraio 2014

Site da Embaixada de Portugal: "Volti del Portogallo in Italia"

No novo site da Embaixada de Portugal em Itália uma série de entrevistas que vale a pena ler, sob o título de "Volti del Portogallo in Italia". Aqui transcrevemos a que foi feita à Professora Giulia Lanciani.
Visível em http://www.roma.embaixadaportugal.mne.pt/it/l-ambasciata/notizie/260-volti-del-portogallo-in-italia-quando-il-lontano-paese-chiamato-portogallo-si-confondeva-nella-mia-fantasia-con-il-dolce-e-profumato-frutto-dell-arancio.html

GIULIA LANCIANI
"Volti del Portogallo in Italia":
"Quando il lontano paese chiamato Portogallo 
si confondeva nella mia fantasia 
con il dolce e profumato frutto dell’arancio".



Giulia Lanciani, traduttrice e massima lusitanista italiana, professore ordinario di letteratura portoghese e brasiliana, si è occupata di letteratura medievale, moderna e contemporanea, della poesia lirica dei trovatori, del teatro del Cinquecento, della letteratura di viaggio, di poesia e narrativa del Novecento, di critica testuale e di metodologia della traduzione.

Nel 2003 le è stato conferito il Premio Nazionale per la Traduzione e nel 2011 ha ricevuto l’altissima Onorificenza portoghese di Grande Ufficiale dell’”Ordem do Infante Dom Henrique”.

È socio dell’”Arcadia”, membro corrispondente della “Sociedade de Geografia” di Lisbona, membro della giuria del Premio letterario “Mondello” e del Premio Nazionale di Traduzione, dottore honoris causa dell’Università di Lisbona.

Professoressa Lanciani, come è nata la sua passione per il Portogallo e per la cultura lusofona?

La mia passione per il Portogallo e per la lusitanistica ha un’origine che potrei definire “casuale”.  Quando all’età di diciotto anni mi iscrissi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”, conoscevo bene la lingua e la cultura francese, sufficientemente quelle inglesi, e avevo una infarinatura della lingua tedesca e una discreta conoscenza delle relative letterature. Il desiderio di ampliare i miei orizzonti e al tempo stesso la mia curiosità di venire a contatto con culture pochissimo o per nulla da me frequentate, mi spinse a esplorare la lista delle lingue il cui insegnamento veniva offerto dalla Facoltà. Giunta a “portoghese”, tornai d’improvviso agli anni della mia infanzia, quando il lontano paese chiamato Portogallo si confondeva nella mia fantasia con il dolce e profumato frutto dell’arancio – era il paese dei “portogalli” (come dice D’Annunzio) –, e quando mi cantavano la allora misteriosa canzone “Vengan le grate / acque gelate / venga il pistacchio / col suo potacchio / e il portogallo / tra arancio e giallo / l'amandolata e la lattata / etc., etc.”. E non ebbi esitazioni: dovevo scoprire quel lontano paese, dovevo apprenderne i misteri a cominciare dalla sua lingua e dalla sua storia.

Durante gli anni d’università, grazie a varie possibilità offertemi sia dalla cattedra di portoghese sia da istituti lusitani, mi recai spesso in Portogallo. Rimasi affascinata:  dal suo paesaggio, dalla gente, dalla lingua così singolare, dalla sua storia, da una cultura che venivo lentamente scoprendo e che mi si rivelava sorprendentemente e straordinariamente ricca. Un incantesimo che dura ancora, indelebile.

Al di là degli autori che hanno segnato il panorama della Letteratura Portoghese - quali sono i suoi preferiti personali? -, esiste a suo avviso qualche scrittore di valore che non ha ancora avuto grandi riconoscimenti? 

Difficile esprimere la mia preferenza per alcuni scrittori anziché per altri: sarebbe poco rispondente ad una realtà che è davvero copiosa e variata, e che io apprezzo in generale nella sua totalità, come credo di aver dimostrato con la mia Storia della letteratura portoghese dalle origini al Seicento – edita molti anni or sono – e nella sua continuazione, con i due volumi da me curati, di prossima pubblicazione, La Letteratura Portoghese dal Settecento all’Ottocento, La letteratura Portoghese del Novecento.

Potrei citare gli autori di cui mi sono interessata e su cui ho scritto, ma anche questa scelta risulterebbe parziale, poiché non ci si può di fatto dedicare se non a un numero forzatamente circoscritto di personalità, pur  prilegiandone, anzi amandone moltissime.

Quanto a scrittori di grande rilievo che non hanno ancora avuto  riconoscimenti (immagino ci si riferisca soprattutto a riconoscimenti all’estero e non in patria) consoni al loro valore, ne possiamo contare una  notevole quantità. Tra i moderni e contemporanei, penserei ad António Lobo Antunes, Lídia Jorge, Mário Cláudio, Irene Lisboa, Mário de Carvalho, João de Melo, Teolinda Gersão, etc. etc. (romanzieri), Herberto Helder, Manuel Alegre, Vasco Graça Moura, Nuno Júdice, Gastão Cruz, etc. etc. (poeti)… Ma quanti ne ho tralasciati? Non posso che cospargermi il capo di cenere e chiedere umilmente venia.

Come vede attualmente la situazione culturale in Italia e in Portogallo? La crisi che travolge ogni settore, potrà preservare in qualche modo la cultura, o addirittura produrre un impulso potente e “liberatorio” una sorta di rinascita sull’onda dello slancio creativo?

La situazione economica, per quanto riguarda  l’Italia (ma immagino che in Portogallo sia press’a poco analoga), comporta una crisi che  investe più o meno tutti i settori, e in particolar modo l’area culturale, sulla quale l’attuale scarsità di risorse incide profondamente: di fronte al depauperamento dell’assetto industriale e artigianale e ai gravi problemi del lavoro (soprattutto giovanile) che ne derivano, opportuni incentivi  destinati alle attività culturali (a torto considerate marginali) potrebbero sopperire alla perdita di competitività  di altri settori; ma nonostante da  più parti si rivendichi l’importanza che per il mio Paese riveste (e potrebbe rivestire meglio) il turismo, sia in virtù della ricchezza paesaggistica del territorio sia dell’ingente patrimonio archeologico e museale lasciatoci in eredità dai nostri predecessori, scarsa e distratta è l’attenzione prestata dalla politica ai nostri beni culturali, con il conseguente scadimento degli interventi in difesa di questa inestimabile ricchezza, la cui valorizzazione razionalizzata potrebbe invece supplire alle carenze che si manifestano in altri settori. Non meno rilevante, anche se i rimedi per porvi riparo sarebbero meno costosi, appaiono le condizioni in cui versa la ricerca, sia umanistica che, soprattutto, scientifica, e, in una diversa dimensione. i problemi che si trovano ad affrontare cinema e teatro, mentre meno appariscenti e meno gravidi di conseguenze negative per la comunità nazionale sembrano i dati relativi  alla letteratura creativa e saggistica, in cui, pur tra mille difficoltà, si continuano a produrre  anche testi di ottimo livello. Ma per una effettiva ripresa  di tutti i settori culturali, compresi quelli umanistici, occorrerà che le direttive della politica e i relativi investimenti conoscano uno scatto di orgoglio del quale, per ora, non si vedono segni.

Qual’ è attualmente la situazione negli Atenei italiani? Possiamo considerare in aumento l’interesse per la cultura portoghese?

La situazione negli Atenei italiani risente ovviamente della crisi che ha investito tutti i settori che esigono disponibilità finanziarie più o meno cospicue. A prescindere tuttavia dall’aspetto economico, anche se con molte difficoltà di gestione conseguenti a riforme disordinate e spesso controproducenti che hanno moltiplicato la spesa improduttiva, si deve riconoscere che lo sforzo praticato negli ultimi due decenni per aumentare il numero delle università e ottenere una loro più definita territorialità, ha prodotto in non pochi casi risultati soddisfacenti: in particolare, l’interesse per la cultura portoghese è cresciuto in modo notevole, anche se non nella misura esponenziale che avremmo desiderato: le cattedre di prima e seconda fascia, che registrano quasi sempre afflussi qualitativamente interessanti di studenti specificamente ben motivati. Questi afflussi, in un circolo che possiamo definire virtuoso, creano nuovi potenziali studiosi e in prospettiva incrementano il numero di fruitori italiani dei prodotti culturali portoghesi.

Le novità degli ultimi anni in Italia sono: l’istituzione, nelle varie Università italiane,  di “cattedre”, ciascuna dedicata ad un personaggio di spicco della cultura portoghese, sovvenzionate dall’Instituto Camões; la fondazione, quattro anni or sono, dell’AISPEB (Associazione italiana di studi portoghesi e brasiliani), di cui è attualmente presidente il prof. Silvano Peloso; la creazione di una rivista (“News AISPEB), destinata a raccogliere tutte le notizie riguardanti le attività relative alla cultura portoghese; la prossima (e si spera non lontana) creazione di una cattedra di studi della lusofonia africana; e molto altro ancora.


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