mercoledì 30 aprile 2014

AUGURI al Professor Giuseppe Tavani

Giuseppe Tavani è un filologo e cattedratico di filologia romanza all'Università della Sapienza di Roma e uno dei principali studiosi della poesia lirica galiziano portoghese medievale. Compie oggi 90 anni di vita e Via dei Portoghesi gli fa tantissimi auguri!


http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Tavani

Giuseppe Tavani è dottore honoris causa delle Università di Santiago de Compostela, di Barcellona e Lisbona, e un prestigioso specialista delle letterature medievali galiziano-portoghese, catalana, provenzale e francese.

Nel 1979-1985 è stato vicepresidente dell'"Associazione Internazionale di lingua e letteratura catalane (Associació Internacional de Llengua i Literatura Catalanes), e socio fondatore e vicepresidente dell'Associazione Italiana di Studi Catalani e direttore delle collezioni filologiche Romanica Vulgaria e Quaderni di Romanica Vulgaria. Ha svolto ricerche sui temi della poesia medievale, della poesia moderna italiana, catalana, portoghese e ispanoamericana e ha lavorato nell'elaborazone e nelle applicazioni del metodo "ritmico" (ritmètic) per la lettura dei testi poetici e dei romanzi medievali e moderni. Ha inoltre partecipato al Llibre blanc sobre la unitat de la llengua nel secondo "Congresso Internazionale della Lingua e della Letteratura Catalane" (Congrés Internacional de Llengua i Literatura Catalanes) del 1986. Dal 1992 è membro dell'Institut d'Estudis Catalans e dell'Accademia delle Scienze di Lisbona; nel 1997 riceve la "Croce di San Giorgio" (Creus de Sant Jordi) e nel 2004 il Premio Ramon Llull.

Tra i libri e gli articoli di Tavani troviamo:

(GL) "Martin Codax, o seu cancioneiro e o pergaminho Vindel" in Ensaios portugueses, Imprensa Nacional-Casa da Moeda, Lisbona, 1988, pp. 267-285.
(GL) A poesía lírica galego-portuguesa (1991)
(GL) A poesía de Airas Nunez (1992)
(GL) Dicionário da Literatura medieval Galega e Portuguesa (1993), sendo coordinadores Giulia Lanciani e G. Tavani.
(GL) As cantigas de escarnio (1995), in collaborazione con Giulia Lanciani.

Inoltre, Giuseppe Tavani è anche traduttore di opere letterarie galiziane e portoghesi in lingua lingua italiana.


Via dei Portoghesi ricorda Vasco Graça Moura nell'ommagio a Saramago

http://viadeiportoghesi.blogspot.it/2011/06/omaggio-saramago-roma-tre-giulia.html

 La Professoressa Giulia Lanciani introducendo Vasco Graça Moura e Violante Saramago 


Tra molte altre occasioni in cui abbiamo avuto la gioia e l’onore di avere a Roma Vasco Graça Moura, ricordiamo in modo particolarmente emozionato il convegno del 21 e 22 giugno del 2011 in omaggio a Saramago, organizzato dalla Professoressa Giulia Lanciani alla Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi Roma Tre.

Dopo l’intervento di Violante Saramago, “Saramago, meu pai”, Vasco Graça Moura ci ha presentato il suo “Ensaio sobre um ensaio”.

Lo ricordiamo con SAUDADE.

Vasco Graça Moura (1942-2014)

Scrittori: e' morto Vasco Graca Moura, romanziere e poeta portoghese


Lisbona, 28 apr. - (Adnkronos) - Lo scrittore portoghese Vasco Graca Moura, intellettuale di spicco della scena culturale lusitana, e' morto ieri in un ospedale di Lisbona all'eta' di 72 anni dopo una lunga malattia. Autore poliedrico, poeta e narratore, Graca Moura ha curato traduzione portoghese della ''Vita Nova'' e della ''Divina Commedia'' di Dante Alighieri, ricevendo su proposta della Societa' Dantesca Italiana la Medaglia d'Oro della Citta' di Firenze nel 1997. Come romanziere ha scritto singolari libri di mistero, come ''La morte di nessuno'' e ''Partenza di Sofonisba alle 6.12 della mattina'', entrambi tradotti in italiano da Empiria.

Fonte: adnkronos

Tolentino Mendonça, em memória de Vasco Graça Moura

O poeta e escritor português Vasco Graça Moura morreu este domingo, 27 de abril, aos 72 anos. O funeral, que se realiza terça-feira, começa na basílica da Estrela, em Lisboa, com uma missa presidida pelo P. José Tolentino Mendonça.



Em memória de Vasco Graça Moura: Um poeta é alguém que ensina a ver
http://www.snpcultura.org/em_memoria_de_vasco_graca_moura.html

Todas as partes da Divina Comédia de Dante, esse texto maior do património ocidental que, de forma absolutamente inspirada, Vasco Graça Moura verteu para a nossa língua, terminam da mesma maneira. Cada secção do inesquecível tríptico (seja o Inferno, o Purgatório ou o Paraíso) culmina com uma abertura para o grande mistério do cosmos. Depois da peregrinação pelos infundos infelizes, o poeta escreve: «E, por fim saímos, voltando a ver as estrelas». A concluir a viagem reparadora pelo purgatório surgem os versos: «Eu regressei…/puro e disposto a  elevar-me às estrelas». E no cimo do paraíso, sela-se a viagem com palavras que tornam a evocar as estrelas, mas acrescentando-se agora uma referência ao astro-rei. Instala-se assim uma progressividade que joga no sentido da intensificação do motivo que subjaz a toda a itinerância descrita na Divina Comédia: esse motivo é o amor. Se tivéssemos de explicar o que é que Dante nos ensina a contemplar não teríamos dúvidas: oferece-nos o amor, chave para a grande pergunta que somos, «o amor que move o sol e as outras estrelas».

O que é um poeta na terra? É alguém que ensina a ver. Alguém que não se conforma que o olhar dos homens fique capturado pelo breu, pela desesperança ou pelo medo. É alguém que nos infernos e purgatórios da história rasga saídas criativas, fendas para olhar mais longe, miradouros debruçados sobre um futuro outro, capaz de estilhaçar a fatalidade. Claro que a matéria de trabalho de um poeta é a palavra. Mas a palavra não é só palavra: é sede, é desejo de comunicar, é mergulho na realidade para a compreender melhor, é a sabedoria de perceber que o visível é também um signo do invisível e que não se pode separar o audível do inaudível, a palavra do silêncio.

Temos muito a agradecer a Vasco Graça Moura: a vastíssima erudição que ele sabia ativar e colocar ao serviço; o prodigioso artesanato verbal que fez dele um grande poeta e um tradutor de vulto; a paixão civil e europeia que ele tomou como causa e combate; a defesa da cultura e da língua, irremovíveis laboratórios do nosso comum viver. Mas temos de agradecer sobretudo a Vasco Graça Moura ele ser um mestre inspirador, precisamente neste tempo em que parece que vivemos com menos alma e que os mestres escasseiam.

José Tolentino Mendonça
© SNPC | 29.04.14

7 maggio - Galleria IPSAR: Karen Thomas, “Il mistero del Blu”

“Il colore BLU in tutte le sue sfumature, dall'intenso blu-cobalto, blu-notte come espressione della nostalgia, del sentimento romantico, fino alla leggerezza del blu-azzurro, simbolo della libertà esteriore ma soprattutto INTERIORE. Il colore blu abbinato all'oro è il simbolo per la preziosità e la bellezza della vita. La Bellezza - che nessuno può dire che cosa sia, ma tutti noi la sentiamo, quando ci troviamo davanti. La Bellezza estetica ed etica.” Karen Thomas


Il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma,
Mons. Agostinho da Costa Borges,

sotto l’alto patrocinio
di S. E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede
Dott. António de Almeida Ribeiro

ha il piacere di invitare la S. V. all’inaugurazione della mostra

Il Mistero del BLU
di Karen THOMAS

presentata da
Pastor Dr. Jens-Martin KRUSE

che avrà luogo mercoledì 7 Maggio 2014, alle ore 18.30

Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Via dei Portoghesi, 6.

La mostra rimarrà aperta sino al 25 Maggio 2014
dal mercoledì alla domenica, dalle 17.00 alle 20.00.

I giovedì con l’artista
Ogni giovedì dalle 17 l’artista incontra il pubblico
per parlare del compito etico ed estetico dell’arte


KAREN THOMAS
Nata a Berlino, si è laureata in Letteratura e Filosofia all'Università di Kiel, ha studiato anche a Góttingen e a Parigi. Ha svolto la sua attività artistica e di insegnamento a Parigi, Kiel, Lubecca e Amburgo.
Ha insegnato Pittura e Storia dell'Arte presso la Hamburger Kunsthalle, Museo dell'Arte Moderna di Amburgo.
Soggiorni di studio a New York, Roma e Los Angeles.
Numerose esposizioni personali e collettive in Germania, Italia, America e Cina.
Partecipazione alla Collettiva Tedesco-Sudamericana nel Hamburger Kunstverein "Urbanes Leben - der andere Blick" (Vita Urbana - Nuova visione).
Dagli anni ottanta esegue un intenso lavoro per la trasposizione di impressioni di città, paesaggi e figure.
E' tra gli esponenti della nuova corrente neo-espressionista data la sua formazione artistica.
Dal 2000 si dedica alle ricerche sull'astrattismo tra forma e colore.
La rappresentazione della "Genesi" segna da più di sei anni il suo percorso pittorico.
Dalla ricerca del "fascino della luce" nasce un altro percorso pittorico che parte dalla creazione divina e attraversa il tema dei diversi fenomeni di luce, come la luce mediterranea e quella notturna.
Nel 2007 realizza la mostra "Il fascino della luce" al Museo Nazionale di Castel S. Angelo a Roma e viene invitata dalla TV tedesca e dalla rete satellitare Sky per parlare sul tema del compito etico dell'artista contemporaneo.
Nel 2011 partecipa al progetto Oman, storia e cultura di un paese come direttore artistico.
Negli ultimi anni segue un percorso artistico segnato dalla matericità e plasticità, dedicato al mondo della musica e ai suoi grandi interpreti, come Bach, Beethoven, Mozart e Verdi.
E' titolare della cattedra di Tecniche pittoriche presso la R.U.F.A., (Rome University of Fine Arts).
Da più di vent'anni vive e lavora a Roma.


martedì 29 aprile 2014

7 maggio: Documentari per i 40 anni della rivoluzione dei garofani in Portogallo e per i 40 anni del golpe militare in Cile


mercoledì 7 maggio
ore 15,30
Sala del Consiglio del Dipartimento di Studi Umanistici 
Università degli Studi Roma Tre
Via Ostiense 234

l'ISHA (International Students of History Association) organizza la proiezione di due documentari realizzati per i 40 anni del golpe militare in Cile e per i 40 anni della rivoluzione dei garofani in Portogallo

Ahora, no aqui 
di Stefano Cipressi 

Terra da fraternidade 
di Lorenzo D'Amico De Carvalho 

Si ringrazia la segnalazione al Prof. Gaetano Sabatini.

IN http://www.rtp.pt/extra/index.php?article=418&visual=4

TERRA DA FRATERNIDADE 

Um documentário de Lourenço de Almeida Barbosa de Carvalho
A 40 anos da Revolução dos Cravos, Portugal é novamente abalado por ventos de revolta. Alvo do descontentamento popular já não é o punho de ferro político e social de uma ditadura interna mas a austeridade económica imposta por governos estrangeiros, mercados financeiros e organizações supranacionais. Todavia, a palavra de ordem que inflama as praças continua a ser a mesma: o povo é quem mais ordena.
Um pai e uma filha, com percursos distintos mas unidos na mesma luta, guiar-nos-ão numa viagem através da revolução que foi e daquela que, porventura, virá a ser.

Produção: Coprodução Hora Mágica, Kino Produzioni, Rai Cinema e RTP
Realização: Lorenzo d’Amico de Carvalho

Portugal, 2014

martedì 22 aprile 2014

La rivoluzione dei garofani raccontata da Patrícia Ferreira

Radio Rai3
Programma: Wikiradio
Data: venerdì, 25.04.2014
Ora: 14:00



La rivoluzione dei garofani raccontata da Patrícia Ferreira

Il 25 aprile 1974 l'MFA composto da ufficiali e truppe  dei diversi corpi delle forze armate portoghesi, occupa militarmente Lisbona dando vita al colpo di stato noto come Rivoluzione dei garofani, che mette fine al regime dittatoriale di Marcelo Caetano

con Patrícia Ferreira

Dopo la trasmissione, la puntata potrà essere ascoltata online, sul sito di Wikiradio.

Repertorio

- Presentazione del brano musicale E Depois Do Adeus  di Paulo de Carvalho...(RTP- Rádio e Televisão de
  Portugal, 1974)

- testimonianza di José Pedro Soares, direttore della casa editrice Caminho (TG2 Dossier 2003/2004 - Archivi Rai)

- Discorso di Salazar durante la sua dittatura

- Incontro tra Salazar e Franco (Archivio Luce, 11.10.1950)

- un  frammento dal film Sostiene Pereira diretto da Roberto Faenza, 1955

- due frammenti dal documentario televisivo Africa nera, Africa rossa- La nascita di una nazione, sul          
  colonialismo portoghese, di Carlo Lizzani e Fabrizio Onofri, con un'intervista di Carlo Lizzani allo storico Basil
  Davidson, 22.3.1977 (Archivi RAI)

- messaggio originale delle forze armate portoghesi che chiedono ai cittadini di restare calmi (TAM TAM del 17 aprile 1981 - Archivi Rai)

- due frammenti dal film Capitani d'aprile diretto da Maria de Medeiros con Stefano Accorsi nel ruolo del capitano Salgueiro Maia

- due frammenti di un'intervista a Mario Soares sulla rivoluzione dei garofani realizzata da Annamaria Giordano (Audiodoc, 2006)

- servizio di Euronews sulle manifestazioni portoghesi in occasione dell'anniversario della rivoluzione del 2013

Brani musicali

- Grândola vila morena, José Zeca Afonso (trasmessa dall'emittente cattolica "Rádio Renascença" alle 00.20 del 25 aprile 1974)
- E Depois Do Adeus, Paulo de Carvalho (trasmessa da "Emissores Associados de Lisboa" alle 22.55 del 24 aprile 1974)
-Tanto mar, Chico Buarque



Patrícia Ferreira. Portoghese, nata a Lubango (Angola) nel 1976, ha studiato all'Università di Lisbona. Si occupa di traduzione e di insegnamento della lingua e della cultura portoghese all'estero. È stata "Visiting Lecturer" all'Università di Stoccolma, dove ha insegnato Lingua e letteratura portoghese contemporanea.  All'Università degli Studi di Perugia è stata docente di Lingua e traduzione portoghese e brasiliana. Dal 2005 collabora con la Cattedra P. António Vieira e nell'ambito dei corsi di Lingua e traduzione portoghese e brasiliana presso il Dipartimento di Studi europei, americani e interculturali dell'Università di Roma "Sapienza".

Domenica, 27 aprile, ore 21: "Venti garofani rossi"

"Venti garofani rossi"
Domenica 27 aprile alle 21.00,
Sala Circolo delle Quinte, Viale Trenta Aprile 2, Roma (Monteverde)
Contributo 10 euro comprensivi di pasta e vino
Posti limitati - prenotare a: laura.urbani25@gmail.com

Più informazione qui:


Vent'anni fa fu pubblicato il capolavoro di Antonio Tabucchi "Sostiene Pereira".
Quarant'anni fa, la Rivoluzione dei Garofani riportò la democrazia in Portogallo.

Con questi due anniversari in mente, l'attrice e scrittrice Simona Baldelli (finalista Premio Calvino 2012 e vincitrice Premio John Fante 2013) ci ha coinvolto nella realizzazione di una lettura-concerto, che farà il suo debutto in una deliziosa sala di Monteverde.

Il Portogallo del 1938 (in cui è ambientato il libro) e l'Italia e l'Europa tutta del 1994 (anno della sua pubblicazione) avevano molto in comune, per Antonio Tabucchi.
Ma "Sostiene Pereira" non è cristallizzato nel tempo che descrive, né nel tempo in cui fu scritto: può dire molto a ognuno di noi sulla realtà che viviamo, sulle ingiustizie che vengono perpetrate e sulle speranze che coltiviamo malgrado tutto.E su quello che possiamo fare. Anche noi. Oggi.

Per questa risonanza, che sentiamo molto forte, la colonna sonora dello spettacolo fluttua tra passato e presente... con uno sguardo al futuro.

Simona Baldelli - letture
Isabella Mangani - voce
Stefano Donegà - chitarra classica
Felice Zaccheo - chitarra portoghese

giovedì 17 aprile 2014

Visita dos Alunos da Universidade Viterbo ao IPSAR

No passado mês de Março, no dia 18, acompanhados pelas docentes de Português - Prof.ssa Cristina Rosa, Dott.ssa Barbara Aniello, Dott.ssa Candida Alves da Costa e Dott.ssa Angela Fedele - os alunos de Português da Università degli Studi della Tuscia, Viterbo, vieram visitar o Instituto Português de Santo António em Roma e ouvir um pouco da história da presença portuguesa nesta Cidade.


Recordação dessa amanhã tão agradável aqui fica o "retrato de família" e o agradecimento aos participantes:

Anselmi Federica 
Armeni Sharon 
Bernardini Lorenzo 
Biagiola Giulia 
Bianchi Riccardo 
Bonucci Erica 
Calzoni Elisa 
Canzonetta Ludovica 
Carosi Claudia 
Creta Luca 
Giacco Elena Lo 
Girardi Antonio 
Gregori Alessandra 
Mariti Elisa 
Nunziata Dalila 
Paba Federico 
Schiavone Sara 
Sciacca Valeria 
Sini Giacomo 
Stefani Alessandra 

Agradecemos à Drª Angela Fedele o envio da fotografia e do nome dos alunos participantes!

lunedì 14 aprile 2014

A palavra ao estudante: Francesco Paniccia como Italo Calvino

Pedimos aos nossos alunos de encarnar um personagem à sua escolha e fazer uma apresentação na primeira do singular... O segundo a responder foi a FRANCESCO PANICCIA:


Chamo-me Italo Calvino e nasci no dia 15 de outubro de 1923 em Santiago de Las Vegas de Habana em Cuba.

O meu pai era Mario, um botânico e agrónomo tropical e estava na América quando eu nasci mas, três anos depois do meu nascimento, voltámos com minha mãe Eva a Sanremo, onde eu vivi os primeiros vinte e cinco anos da minha vida.

Passei a infância na pequena fazenda do meu pai, onde ele plantava frutas exóticas trazidas do continente americano. Esse cenário foi parte fundamental e inspiração  para os meus futuros textos.

Lembro-me que quando era criança, gostava muito de brincar com os espaços e com ambientes. Dividia os jogos em duas categorias, aquele que se fazem num espaço delimitado, como por exemplo o futebol e aqueles que se fazem fora, fazendo talvez caminhos ou percursos.

Era assim que começava a ver as personagens dos meus contos. Aqui estava o cavaleiro inexistente, ali atrás das plantas de ananás estava o visconde cortado e em cima destas árvores o barão trepador.

Quando era adolescente o primeiro dia de escola secundária sentou-se ao meu lado Eugenio Scalfari, um jovem de Roma que depois fundou a revista L’Espresso e o jornal La Repubblica. Tornámo-nos imediatamente amigos e esta rica amizade continua ainda hoje.

Em 1941 matriculei-me na faculdade de Agronomia de Turim seguindo os passos dos meus pais, porém decidi abandonar as aulas para participar na Resistência italiana contra o exército nazista e contra o fascismo.

Com o fim da Segunda Guerra Mundial, regressei a Turim e abandonei definitivamente o curso de Agronomia e escolhi a faculdade de Artes. No mesmo ano publiquei o meu primeiro livro intitulado “A trilha dos ninhos de aranha” inspirado na minha participação nos movimentos da Resistência.

Trabalhei no jornal L’Unità e na casa editora Einaudi mas prefiro dizer que sou um escritor ou que escrevo algumas coisas que, às vezes, se tomam livros que são publicados e vendidos nas principais livrarias.

Italo

28 e 30 aprile - Prof. Mendes de Sousa a Roma Tre


Nell’ambito delle attività organizzate dala Cattedra “José Saramago”, lunedì 28 aprile (ore 16:00 - Aula 21) e mercoledì 30 aprile (ore 16:00 – Aula 21), il prof. Carlos Mendes de Sousa dell’Universidade do Minho terrà due conferenze sulla poesia portoghese e brasiliana del Novecento:

Lunedì, 28.4.2014 - João Cabral e Murilo Mendes
Mercoledì, 30.4.2014 - Sophia: tudo me é uma dança

Università degli Studi Roma Tre
Facoltà di Lettere e Filosofia

venerdì 11 aprile 2014

Programação do trimestre em Santo António dos Portugueses




Francisco António de Almeida, compositor
caricatura de Pier Leone Ghezzi (1724)

Aprile

Martedì 1.4.2014
“Martedì di Sant’Antonio”
19.00 Santa Messa (in lingua italiana) con l’organo

Sabato 5.4.2014
Salone Nobile
Celebrare Aprile con i Poeti Portoghesi
18.00 Cantautore Manuel Freire: Una voce, una chitarra.

Domenica 27.4.2014
18.30 Concerto di organo
Organista: Jennifer Chou (Hong Kong/Australia)
Programma: opere di R. Ampt, J. Alain, J. Boyvin, J. S. Bach

Maggio

Domenica 4.5.2014
18.30 Concerto di organo
Organista: Thomas Monnet (Francia)
Programma: opere di J.-L. Florentz
(Nel decimo anniversario della morte)

Domenica 11.5.2014
18.30 Concerto di organo
Organista: Jörg Abbing (Germania)
Programma: opere di J. S. Bach, O. Messiaen,
M. Reger, improvvisazione.

Lunedì 12.5.2014
19.00 Santa Messa nel vespro
delle Apparizioni della Madonna di Fatima
Presiede Mons. Agostinho Borges, Rettore dell’Istituto.

Martedì 13.5.2014
19.00 Concerto di musica da camera
In collaborazione con
l’Ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede
Violinisti: Vasco Broco e Pedro Pacheco Santos
Violoncellista: Ana Raquel Pinheiro
Pianista: Karina Aksenova
Programma: opere di G. F. Händel, A. Dvoräk.

Sabato 17.5.2014
12.00 Matinée d’organo
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa
Programma: Trenta minuti con l’improvvisazione.

Domenica 18.5.2014
18.30 Concerto di organo
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa
Programma: opere di L.-N. Clérambault, J. S. Bach,
R. Schumann, L. Vierne, O. Messiaen, improvvisazione.

Domenica 25.5.2014
18.30 Concerto di organo
Organista: Peter Kofler (Germania)
Programma: opere di N. de Grigny, J. S. Bach,
F. Mendelssohn Bartholdy, P. Cochereau, L. Vierne.

Sabato 31.5.2014
12.00 Matinée di pianoforte
Pianista: Giampaolo Di Rosa
Programma: Trenta minuti con J. S. Bach.

Sabato 31.5.2014
21.00 Notte di Fado nel Cortile dell’Istituto
Sergio da Silva, Voce
Paulo Valentim, Chitarra portoghese
Bruno Costa, Chitarra classica
Programma: musica portoghese.

Giugno

Domenica 1.6.2014
18.30 Concerto di organo
Organista: Jean-Paul Imbert (Francia)
Programma: E. Gigout, C.-M. Widor, J. Bonnet,
T. Dubois, L. Saint Martin, P. Cochereau.

Domenica 8.6.2014
Pentecoste
18.30 Concerto di organo “Parola e suono”
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa
Programma: J. S. Bach,
O. Messiaen (Messe de la Pentecôte),
improvvisazione sul Vangelo.

Venerdì 13.6.2014
Sant’Antonio
18.30 S. Messa con benedizione
e distribuzione del pane di Sant’Antonio
Presiede Rev. P. Angelo di Placido,
O.S.A, Parroco di Sant’Agostino.

Sabato 14.6.2014
12.00 Matinée d’organo
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa
Programma: Trenta minuti con l’improvvisazione
e la musica portoghese.

Domenica 15.6.2012
Sant’Antonio
17.00 S. Messa con benedizione e distribuzione
del pane di Sant’Antonio (in lingua portoghese)
Presiede S. E. R. Mons. Carlos Azevedo
Delegato del Pontificio Consiglio della Cultura

Venerdì 20.6.2014
19.00 Concerto di fisarmoniche, duo Bayan
Fisarmonicisti: Saria Convertino, Pietro Roffi.
Programma: opere di J. C. Bach, A. Piazzolla,
J. S. Bach, F. Angelis, V. Zolotariov.

Domenica 22.6.2014
18.30 Concerto di organo
Organista: Douglas Lawrence (Australia)
Programma: opere di J. K. Kerll, D. Buxtehude,
J. S. Bach, O. Messiaen, G. Pierné, J. Alain, C. Brumby.

Domenica 29.6.2014
SS. Pietro e Paolo
18.30 Concerto di organo
Organista: Ezequiel Menendez (Argentina/USA)
Programma: opere di F. Mendelssohn Bartoldy.

Luglio

Domenica 6.7.2014
18.30 Concerto di organo
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa

Programma: improvvisazioni sinfoniche su temi dati.

A palavra ao estudante: Caterina Cucchi como Frida Khalo

Pedimos aos nossos alunos de encarnar um personagem à sua escolha e fazer uma apresentação na primeira do singular... A primeira a responder foi a CATERINA CUCCHI:


Chamo-me Frida Kahlo, nasci em 1907 no México. A minha foi uma vida muito complicada, mas apesar disso eu gostava muito de viver e de brincar com os meus defeitos físicos.
Era a esposa de Diego Rivera, um homem muito particular e também ele um grande artista.
Diego gostava muito de mulheres e de comida, sobretudo dum prato que se chama “mole”. Ele comia-o ao pequeno almoço, ao almoço e ao jantar. Nunca se enamorava duma mulher se ela não lhe sabia cozinhar o “mole”! Por isso logo aprendi preparar esta receita. 
O “Mole” è um molho que tem entre os seus ingredientes cacau, piripiri, uva passa, canela e amendoins. É uma comida muito afrodisíaca, que se usa para acompanhar a carne. Foi a primeira esposa de Diego que me ensinou como é que se cozinha o “mole” e eu o aconselho as todas as mulheres que querem conquistar um homem. Com esta receita, ele vai ser delas para sempre.

Frida


venerdì 4 aprile 2014

Domani, all'IPSAR: Manuel Freire canta la Rivoluzione dei Garofani


Sabato, 5 aprile, ore 18:00

Nel salone nobile dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma, Manuel Freire - una delle voci della “Rivoluzione dei Garofani” del 1974 - ricorda il 25 aprile di quarant’anni fa, evocando i poeti lusitani con il suo canto e la sua chitarra.

Conosciuto sopratutto per aver reso popolare con la sua musica, nel 1969, il poema “Pedra Filosofal” di António Gedeão, Manuel Freire ha rivelato sempre una grande sensibilità per la letteratura portoghese, cantando, n parallelo con i temi di impegno politico, i grandi autori nazionali quali Vitorino Nemésio e José Saramago.
Presente a Roma per la chiusura della mostra antologica di Luís de Matos, il suo ritratto è una delle opere esposte dallo scultore, che è anche grande amico di Freire. È possibile vederlo fino a domenica nella galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio.

La serpe e il mirto. Quando il mistero è la vita stessa.

Nova recensão do livre do nosso Amigo STEFANO VALENTE,  aguda e que põe bem em evidência no romance as marcas de Portugal, de Pessoa, etc.

IN
http://www.artapartofculture.net/2014/03/31/la-serpe-e-il-mirto-quando-il-mistero-e-la-vita-stessa/

di ISABELLA MORONI

Ci sono libri che dovrebbero essere letti comunque. Libri che hanno dentro tutto quello che può servire al bagaglio di un viaggio nell’anima, nella storia misterica, nel sogno, nei misteri osceni del potere, nel racconto magico che ci permette di volare.

Viviamo in un mondo che ha dimenticato che la teoria della relatività si può applicare ad ogni cosa, ad ogni evento, ad ogni istante della vita quotidiana. Siamo qui, in un mondo dove le molteplici possibilità alle quali si accede solo sapendo guardare da “altri” punti di vista sono sempre più negate, celate, bandite, non raccontate.

Eppure le meraviglie accadono e più non sono zuccherine e più aprono strade impensate e conducono in luoghi che non sono più soltanto psichici o mentali. Perché si sa che le visioni spesso non sono altro che la realtà che gioca a camuffarsi.

La serpe e il mirto (1978) ovvero il Tempo secondo Aguilar Mendes di Stefano Valente (Ed. Parallelo 45) è questo ed anche un po’ più di tutto questo.

Si svolge a Roma nel 1978 (e chi era lì per caso o per nascita ricorda bene quello che stava accadendo e come, nella Città dei Palazzi si vivesse in un clima di sospetto e di intrigo meschino) nella misteriosa e inarrivabile Pensione Internazionale di Vicolo de’ Serpari (già Ostello della Serpe) al numero 17/b, che il Professor Aguilar Mendes, studioso di letteratura portoghese, raggiunge nella mattina in cui viene rapito Aldo Moro.

Rivelare la storia non aiuta il lettore. Il libro racconta, infatti, le infinite storie di innumerevoli anime che si intrecciano, s’avvolgono e si abbandonano. Bisogna entrarci dentro e scoprire la storia di quel fantasma che ama ardentemente il protagonista lasciandolo immerso in una scia di mirto;  incontrare infidi personaggi in equilibrio tra lo spionaggio e la politica; seguire Mendes in Argentina fra i desaparecidos e ancora più in là alle origini delle sue origini o forse in un mondo ancor più primordiale. Tornare con lui in una Roma ricolma di misteri e di quella decadenza mai accettata dagli aristocratici e poi ripartire per la luce piena di Lisbona o per gli orizzonti inarrestabili della città di Porto dove sarà Ade, un gatto infero, magico e viaggiatore ad offrire al protagonista  i primi indizi per l’ingresso a pieno titolo nel senso più profondo del mistero.

Lo hanno definito un mistery o un giallo esoterico, ma La serpe e il mirto è qualcosa di più: è il luogo in cui Fernando Pessoa e Jorge Luis Borges trovano modo d’incontrarsi anche solo condividendo la stessa storia, è il legame forte ed occulto fra i carnefici e i loro emissari di entrambe gli emisferi, è il tempo che avanza e poi ritorna e s’avvolge a spirale seguendo il simbolo del serpente. Un serpente che non è solo ouroboros ciclo e rinascita, che non è solo una strada o una leggenda, ma è un vero e proprio passaggio segreto verso la comprensione di un significato straordinario e ineluttabile.

La scrittura di Stefano Valente è limpida e avvincente, colma di intuizioni e pronta a raccontare stralci di letteratura stellante con la sapienza di chi ama molto. Particolarmente piacevole è il mescolarsi di fiction e realtà storica di luoghi reali ed immaginari che inducono il lettore ad avventurarsi in un nuovo mondo con la curiosità di un esploratore rendendolo protagonista e non mero spettatore della narrazione, uno stato di grazia, un’esperienza sempre più rara che vorremmo poter ripetere. Presto.

10 aprile - Galleria IPSAR: fotografie di Nuno Sá e Ernesto Matos

http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=111


L’ASSOCIAÇÃO INTERCULTURAL  CROSS-OVER è per la prima volta presente in Italia con due esposizioni fotografiche. La prima, nella galleria sul piano stradale, si intitola “Oasis - l’incredibile vita marina nei fondali delle Azzorre”, mentre la seconda, presentata nella galleria sotterranea, si intitola “La calçada portoghese: l’arte dei lastricati nel mondo”. Queste due esposizioni sono realizzate con la collaborazione dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma.

Il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma,
Mons. Agostinho da Costa Borges,

sotto l’alto patrocinio
di S. E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede
Dott. António de Almeida Ribeiro

in collaborazione con l’Associazione Interculturale CROSS-OVER

ha il piacere di invitare la S. V.
all’inaugurazione delle mostre

Oasis – L’incredibile vita marina nei fondali delle Azzorre
Fotografie di Nuno Sá

La calçada portoghese: l’arte dei lastricati nel mondo
Fotografie di Ernesto Matos

che avrà luogo mercoledì 10 Aprile 2014, alle ore 18.00
Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Via dei Portoghesi, 6.

La mostra rimarrà aperta sino al 25 aprile 2014
dal mercoledì alla domenica, dalle 17.00 alle 20.00.



CROSS-OVER è una associazione recentemente creata da un gruppo di  artisti, imprenditori e professionisti di diverse nazionalità, alcuni residenti nelle Azzorre, altri no. La sede è nell’isola di Graciosa, una delle nove che compongono l’Arcipelago delle Azzorre: una piccola isola in pieno Oceano Atlantico, praticamente a metà strada tra Roma e New York, e così chiamata dai primi navigatori portoghesi in quanto era, appunto, estremamente graziosa.

E’ questa curiosa centralità, oltre al suo paesaggio naturale e urbano, ancora fortunatamente incontaminato dalla massificazione del turismo,che ci ha suggerito di iniziare un processo di interscambi culturali e artistici con vari paesi, e tutto questo in pieno Oceano.

Durante secoli le Azzorre, grazie alla loro posizione strategica, hanno svolto un ruolo di piattaforma di scambio, e non solo per le merci che erano trasportate dalle navi che si incrociavano nelle loro acque. Le Azzorre erano un autentico crocevia di differenti culture. Oggi, le leggi del mercato globalizzato stanno distruggendo questo patrimonio.

La nostra è un po’ una sfida contro i tempi correnti. Ma noi crediamo che questa piccola isola, con la sua speciale armonia e la sua dimensione pienamente umana,con il nostro contributo potrà, in futuro, offrire ad artisti, studiosi, ricercatori ─ ma non solo a loro ─ le condizioni ideali e gli stimoli necessari per nuove creazioni.

Oasis – L’incredibile vita marina nei fondali delle Azzorre di Nuno Sá

Le Azzorre… nove puntini verdi nell’immensità dell’Atlantico, le più ‘oceaniche’ e remote isole dell’Atlantico del Nord.Nel cuore di un immenso deserto azzurro,la loro posizione fa di questo arcipelago un’autentica oasi di vita per tutte quelle specie marine che ogni anno intraprendono le loro incredibili traversate. Portatrici di una ricchezza e di una biodiversità davvero uniche, queste acque sono frequentate da almeno 24 specie diverse di balene e delfini, da 5 specie di tartarughe marine e da più di 600 specie di pesci, tra cui grandi branchi di pelagici, elegantissime mante, velocissimi squali ed amichevoli cernie brune. 

La bellezza paesaggistica di queste isole è paragonabile solo alle meraviglie racchiuse dal loro mare. Come la punta di un iceberg, le nove isole rappresentano la piccolissima parte visibile di un’enorme catena di montagne vulcani che sommerse che percorre il fondale dell’Atlantico, e che emerge qui dando origine ad un ecosistema del tutto singolare. In queste acque profonde vivono il pesce più grande del mondo (lo squalo balena), l’animale più grande che abbia mai abitato nel nostro pianeta (la balena azzurra) ed il più grande animale carnivoro (il capodoglio): ed oltre alle svariate specie di squali che abitano in questa zona,esistono innumerevoli altri segreti che il mare, durante brevi momenti, ci permette di intravedere.
La mostra “Oasis” non è che una ridotta campionatura di momenti catturati nell’immensità del mare intorno a questo arcipelago:non solo ritrae alcune specie ben conosciute dagli abitanti delle isole e dagli amanti della natura che vi si recanotutti gli anni, ma anche alcuni avvenimenti unici, dei momenti di rara bellezza che l’autore ha avuto il privilegio di testimoniare. Molte di queste immagini sono frutto di innumerevoli ore passate in mare: tuttavia, i segreti delle acque delle Azzorre sono tanti e così profondi che la loro scoperta e divulgazione costituisce un compito impossibile da realizzare pienamente.
Questo è il nostro patrimonio. Questo è il nostro mare,che tutti siamo chiamati a proteggere. Si tratta di un obbligo che corrisponde al privilegio di vivere in un’oasi in pieno Atlantico.

Fotografo professionista dal 2004, Nuno Sá si è specializzato nella fotografia naturalistica in ambiente marino. Ha pubblicato 6 libri, e collabora regolarmente con varie riviste nazionali ed internazionali, tra le quali la National Geographic Portugal. Alcuni suoi lavori si trovano esposti nei più importanti musei di storia naturale del mondo, quali il London Natural History Museum e lo Smithsonian National Museum of Natural History, a Washington.

Nuno Sá ha ricevuto una decina di premi in alcuni dei principali concorsi internazionali di fotografia naturalistica, ed è anzi il più premiato fotografo portoghese del settore.Tra molte altre, possono essere menzionate le due immagini vincitrici del Wildlife Photographer of the Year, il più importante e prestigioso concorso fotografico mondiale sul tema della vita selvatica, o quella vincitrice, nella categoria Oceani, del più importante concorso di fotografia naturalistica degli Stati Uniti (Windland Smith Rice Internacional Awards).

Membro dell’International Environment Photographers Association (IEPA), è regolarmente invitato a far parte della giuria di diversi concorsi di fotografia dedicati alla vita selvatica. Le sue immagini sono state molto spesso utilizzate per promuovere le isole Azzorre in riviste, mostre, manifesti, fiere di turismo, ecc.

Nuno Sá è membro del gruppo europeo d’elite di fotografi della natura, il Wild Wonders of Europe, protagonista del maggior progetto di fotografia naturalistica del mondo, indirizzato ad un pubblico  che si calcola possa raggiungere i 100 milioni di persone, e sostenuto dalla National Geographic Society.


La calçada portoghese: l’arte dei lastricati nel mondo di Ernesto Matos

Ernesto Matos, conoscitore dei lastricati-mosaico o meglio conosciuti come “calçada portoghese” nel suo vagabondare per il mondo è andato via via catturando immagini, e con esse ha costruito un inventario quasi completo del caratteristico gesto di tappezzare il suolo con blocchetti di pietra bicolori, realizzati a scalpello e messi in posa seguendo uno schema regolare, in modo da realizzare disegni dall’effetto elaborato o motivi semplici e geometrici, si tratta di opere di autori anonimi o di grandi maestri.

Viene ora presentata a Roma, attraverso la Associação Intercultural CROSS-OVER, In collaborazione con l’lstituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma, una parte dei risultati di questo lavoro fotografico durato anni ed anni, che si propone di divulgare un patrimonio esistente in tutti i continenti ed in tutte le isole su cui i Portoghesi hanno messo piede nel corso dei loro secolari spostamenti: dall’Europa all’Africa, dall’America all’Oceania, dall’Asia alle isole di tutto il mondo…

La mostra esibisce fotografie dei più riusciti selciati a mosaico portoghesi sparsi nel mondo, ma sempre realizzati con la stessa tecnica, anche da mani non più esclusivamente portoghesi: quest’arte è infatti divenuta un patrimonio universale, ed è stata applicata su larga scala in quanto modo di interpretare lo spazio urbano dotandolo di raffinatezza e di significati umani.

Quello che certamente più impressiona, in queste fotografie, è la loro capacità di registrare le vestigia lasciate non solo nei territori amministrati in passato dai Portoghesi, ma anche nei luoghi toccati dalla loro emigrazione, da Macao al Mozambico, da Timor agli Stati Uniti d’America. In tutti questi paesi, l’Autore ha riscontrato un ricchissimo repertorio di motivi in cui sembrano esser stati assimilati e reinterpretati anche i valori etnici e le culture autoctone, sia dagli scalpellini antichi sia da quelli moderni. Questi ultimi, del resto, in molti casi cercano di recuperare i motivi elaborati in altre epoche.
Ogni fotografia ci invita a ripensare la laboriosa epopea portoghese: un percorso attraverso il mondo caratterizzato da un’enorme semplicità oltre che da una grande ricchezza, e nutrito dell’immenso desiderio di lasciare un segno eterno sugli spazi abitati, come se ogni pavimento potesse divenire un monumento.

Affrontando il tema da vari punti di vista - la storia, il disegno, la geologia, la colorimetria, l’architettura - Ernesto Matos dimostra come il selciato a mosaico portoghese sia molto più di una mera applicazione in pietra naturale. Dev’essere anzi considerato un’espressione culturale di stampo universale: le sue fondamenta risalgono infatti ad un’eredità storica che, unendo cultura e tecnologia della costruzione, riguardò Romani ed Arabi, e finì poi per imporsi in Portogallo nel XV secolo, durante il regno di D. João II. 

L’Uomo ha tracciato il suo destino camminando: e piede dietro piede, mano a mano, ha compiuto la metamorfosi del camminare ed ha concepito il pavimento. Anche grazie alle pavimentazioni si sono avvicinati popoli e civiltà, si sono accelerate conquiste, sono state scoperte rotte e ricchezze. Quest’arte così portoghese vive oggi in molti luoghi del mondo – ed oggi si presenta per la prima volta in Italia, qui, a Roma. 


giovedì 3 aprile 2014

sabado 5, ore 18, Istituto Portoghese: Manuel Freire in concerto


Nel salone nobile dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma, Manuel Freire - una delle voci della “Rivoluzione dei Garofani” del 1974 - ricorda il 25 aprile di quarant’anni fa, evocando i poeti lusitani con il suo canto e la sua chitarra.

Conosciuto sopratutto per aver reso popolare con la sua musica, nel 1969, il poema “Pedra Filosofal” di António Gedeão, Manuel Freire ha rivelato sempre una grande sensibilità per la letteratura portoghese, cantando, n parallelo con i temi di impegno politico, i grandi autori nazionali quali Vitorino Nemésio e José Saramago.


Presente a Roma per la chiusura della mostra antologica di Luís de Matos, il suo ritratto è una delle opere esposte dallo scultore, che è anche grande amico di Freire. È possibile vederlo fino a domenica nella galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio.


Marzo 1974, Lisbona: José Barata Moura, Vitorino, José Jorge Letria, Fausto, Manuel Freire, Zeca Afonso, Adriano Correia de Oliveira - le voci della “Rivoluzione dei Garofani”


Manuel Augusto Coentro de Pinho Freire (n. Vagos, 25 de Abril de 1942) é um cantor português.

Frequentou o ensino liceal em Ovar e Aveiro, chegando a estudar Engenharia, em Coimbra e no Porto, sem se licenciar.
Entrou no Teatro Experimental do Porto, em 1967, aceitando um convite de Fernando Gusmão, onde faz a sua primeira actuação a sério no domínio da canção. Entretanto estreava-se na música, com um EP que continha "Dedicatória", "Eles", "Livre" e "Pedro Soldado", editado em 1968 pela Tecla. O cantor não escapou à censura, vindo a ser probido o EP com os temas "Lutaremos meu amor", "Trova", "O sangue não dá flor" e "Trova do emigrante" devido a "O sangue não dá flor". É editado um single com os dois primeiros temas.
Em 1969 aparece no programa Zip-Zip onde lança Pedra Filosofal, com poema de António Gedeão, que popularizou e cuja interpretação lhe valeu o Prémio da Imprensa desse ano, em conjunto com Fernando Tordo. Foi distinguido também com o Prémio Pozal Domingues.
No ano de 1971 foi editado o EP "Dulcineia" e o álbum "Manuel Freire" onde aparecem os temas dos primeiros EP's e onde musicou poemas de António Gedeão, José Gomes Ferreira, Fernando Assis Pacheco, Eduardo Olímpio, Sidónio Muralha e José Saramago.
Em 1972 colaborou na banda sonora da longa-metragem de Alfredo Tropa, "Pedro Só". Em 1973 lança o EP com os temas "Abaixo D. Quixote", "Pequenos deuses Caseiros", "Menina Bexigosa" e "ouvindo bethoven". Ainda em 1973 participou no LP "De Viva Voz" de José Jorge Letria, gravado ao vivo também com a participação de José Afonso.
A editora Zip-Zip lança em 1974 o LP "Manuel Freire" com os Ep's e singles gravadps para aquela editora.
Em 1977 lança um single com os temas "Que Faço Aqui" e "Um Dia" da peça "os emigrantes" de Slawomir Mrozek para o Teatro Experimental do Porto. Recebeu a colaboração de Luís Cília no LP "Devolta" de 1978 editado pela Lamiré. Em 26 de Janeiro de 1979 revelava ao Diário de Lisboa que pretendia fazer um disco infantil.
Em 1986, o disco lançado pela CGTP-IN, "100 Anos de Maio", inclui a sua música "Cais das Tormentas". Em 1995 actuou na Festa do Avante numa homenagem a Adriano Correia de Oliveira, onde foi acompanhado pela Brigada Victor Jara.
"Lágrima de Preta" foi incluído na compilação "Sons de Todas as Cores", de 1997. Colaborou ainda no disco "Florestas Em Movimento", com Carlos Alberto Moniz, patrocinado pela Direcção Geral das Florestas, e na compilação "Pelo sonho é que fomos".
O disco As Canções Possíveis onde canta a poesia de José Saramago, de "Os Poemas Possíveis", foi editado em 1999 pela Editorial Caminho.
Em 2003, no seguimento da contestação a Luiz Francisco Rebello, tornou-se presidente da Direcção da Sociedade Portuguesa de Autores, acumulando com as funções de administrador-delegado até 2007.
Colaborou com José Jorge Letria e Vitorino num CD para crianças acerca da Revolução dos Cravos, intitulado "Abril, Abrilzinho", que foi editado em 2006.