martedì 29 settembre 2015

7 ottobre - Galleria IPSAR: “TONALITÀ” collettiva di pittura guatemalteca


(Josué Hernández)

In collaborazione con l’Ambasciata del Guatemala presso la Santa Sede, nella persona di S. E. l’Ambasciatore Alfonso Matta Fahsen, l’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma ha il piacere di presentare i pittori guatemaltechi Patrizia Toriello, Josué Hernández e Ricardo Sandoval, che esporranno presso la sua galleria nel mese di Ottobre.
Dal titolo “Tonalità”, la mostra riunisce opere di questi tre percorsi artistici di carattere marcatamente diverso, che hanno in comune il richiamo di una patria di origine comune: il Guatemala.
La mostra, che rimarrà aperta sino al 17 ottobre - da mercoledì a domenica, dalle 17.00 alle 19.00 - sarà inaugurata mercoledì 7 Ottobre 2015, alle ore 18.30 (Via dei Portoghesi, 6).

mercoledì 23 settembre 2015

Outono

Maria Keil

O início do outono acontece todos os anos a 22 ou 23 de setembro. Em 2015 o início do outono em Portugal ocorre às 08h21 do dia 23 de setembro.

Equinócio do Outono

O início do outono é também conhecido como equinócio do outono.  Este é o nome que se utiliza na astronomia para o fenómeno que marca o final do verão e chegada da nova estação, o outono.

O equinócio de outono assinala o instante em que o sol, tal como o vemos a partir da Terra, cruza o plano do equador celeste, o que se verifica em setembro no hemisfério norte e em março no hemisfério sul. O outono do hemisfério norte é o "outono boreal" enquanto o outono do hemisfério sul chama-se "outono austral".

http://www.calendarr.com/portugal/inicio-do-outono/

Maria Keil


martedì 22 settembre 2015

IL FADO ALLA LOCANDA - sabato, 26 settembre

https://www.facebook.com/events/127950467558670/



LOCANDA ALLA MANO FORLIMPOPOLI
INIZIO SERATA 20:30

Abbiamo avuto l’onore del contatto con Isabella e Stefano, fantastici interpreti di fado portoghese.
Ci delizieranno quindi per questa serata del loro accompagnamento musicale. Per questo motivo la serata partirà per tutti alle 20:30 con il menù fisso che vedete in seguito, per potersi così godere al meglio gli interventi di fado . E’ un’occasione rara e speciale per ascoltare una musica piena di colori, passioni, storie e vita, che raramente si ha occasione di ammirare … Per cui vi aspettiamo raccomandandovi la prenotazione !

IL MENU DELLA SERATA 

PANZANELLA RIVISITATA 
IL BACCALA’ MANTECATO CON PANE BRUSCHETTATO 
RISOTTO CON PANCETTA E SPINACI
FILETTO DI VITELLINO CON RATATUILLE DI VERDURE 
TORTA AL CIOCCOLATO SERVITA SULLA CREMA INGLESE
Il menù sarà accompagnato dell’azienda agricola Biologica VILLA VENTI di Roncofreddo con i vini : 
SERENARO (IGT da uve Famoso di Cesena)
PRIMO SEGNO (Sangiovese di Romagna doc Superiore)

VINO, ACQUA E CAFFE’ € 37,00 A PERSONA 

Il fado è la canzone della tradizione urbana portoghese: attraversa tutti gli angoli di Lisbona, dai vicoli più scuri alla cima delle sue sette colline. Esiste un fado più sanguigno, costruito sulla base di ritmi ormai antichi, e un fado più articolato, con strutture armoniche più complesse; possono avere forma di fado testi improvvisati sul momento dal cantante, ma anche celeberrime poesie appositamente musicate. Si canta nelle bettole, nei ristoranti più raffinati, nei teatri e nel castello di S. Jorge, senza mai perdere la sua naturalezza, il suo contatto con la terra lusitana.In Portogallo i fadisti si fanno le ossa nei luoghi di convivialità meno fastosa, gli stessi da cui il genere ha iniziato a diffondersi nella Lisbona dell'Ottocento.Ascoltano i più esperti, fino a riuscire un giorno ad alzarsi anche loro, esibirsi e magari ricevere un applauso alla fine dell'esibizione, accompagnato da un "Ai, fadista!" di approvazione. Anche i fadisti più famosi, che fanno il tutto esaurito all'Olympia di Parigi o all'Auditorium di Roma, tornano ogni tanto a cantare in queste "casas de fado" per non perdere il contatto con le proprie radici.
Con umiltà e con amore Isabella Mangani e Stefano Donegà, dal profondo della loro saudade per una terra e per suoni che li hanno incantati, ci offrono un concerto che unisce il fado classico alle declinazioni più moderne della musica portoghese.

Isabella Mangani - voce
Stefano Donegà - chitarra classica


lunedì 21 settembre 2015

Concerto al Chiostro Campitelli

Grande successo di Tiago Neto, Olivia Funnell e João Aboim durante il loro concerto di giovedì scorso, al Chiostro Campitelli.



Arte portoghese a via Flaminia

https://www.facebook.com/Forgotten-Project-996305907054130/timeline/

il lavoro completo

alla festa di conclusione

l'Ambasciatore Lobo Antunes testa - e tasta - il lavoro

Nuovo Ambasciatore d’Italia a Lisbona, Giuseppe Morabito

https://www.roma.embaixadaportugal.mne.pt/it/noticias/690-il-nuovo-ambasciatore-d-italia-a-lisbona-giuseppe-morabito-ha-presentato-ieri-le-proprie-carte-credenziali-al-presidente-della-repubblica


Il nuovo Ambasciatore d’Italia a Lisbona, Giuseppe Morabito, ha presentato le proprie carte credenziali al Presidente della Repubblica


Nuova newsletter dell'Ambasciata del Portogallo a Roma


Nuova newsletter dell'Ambasciata del Portogallo a Roma: per leggere e sottoscrivere.
Nova newsletter da Embaixada de Portugal em Roma: para ler e subscrever.


venerdì 18 settembre 2015

Domenica 20 settembre, ore 17:00 - messa in memoria di Maria Helena Portugal

Domenica 20 settembre
ore 17:00
Chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi


il Rettore dell'Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Rev. Mons. Agostinho da Costa Borges
presiede la messa in memoria di

Maria Helena Portugal Barchiesi
(09.08.1923 - 21.08.2015)

nel trigesimo giorno della sua scomparsa


Vedova del Professor Roberto Barchiesi, primo studente italiano a laurearsi in Portoghese e uno dei pionieri degli studi lusofoni in Italia all’Università di Napoli l'Orientale, ha insegnato Portoghese all'Università degli Studi La Sapienza e all’Istituto Portoghese di Sant'Antonio fino a pochi anni fa, formando molte centinaia di allievi, con impeccabile competenza e la sua grande umanità.

Con preghiera di diffusione.

http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=130

https://www.roma.embaixadaportugal.mne.pt/it/noticias/666-maria-helena-portugal

http://viadeiportoghesi.blogspot.it/2015/08/maria-helena-liberdade.html





giovedì 17 settembre 2015

Ore 20.30, Chiostro di Campitelli: musica portoghese per violino, violoncello e pianoforte



IN
http://www.tempietto.it/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1

Concerti del Tempietto
FESTIVAL MUSICALE DELLE NAZIONI
Chiostro di Campitelli al Teatro di Marcello
Piazza Campitelli, 9 - Roma

Giovedì 17 Settembre 2015 ore 20.30 
in collaborazione con l’Ambasciata del Portogallo
DA SILVA  DE SOUZA  BARBOSA FRAGOSO DO NASCIMENTO
BRITTEN: SONATA OP. 65
BEETHOVEN: TRIO OP. 70 N. 1 “GLI SPETTRI”

Tiago Neto (violino)

Olivia Funnell (violoncello)

João Aboim (pianoforte)


Musiche di B. Britten (Sonata per violoncello e pianoforte in Do Maggiore Op. 65); Ó. da Silva (Romanza); D. de Souza (Vision passé); L. Barbosa (Romanza); A. Fragoso (Sonata per violino in Re Maggiore); H. do Nascimento (Romanza); L. van Beethoven (Trio in Re Maggiore Op. 70 n. 1 "Gli Spettri".



Chiostro di Campitelli al Teatro di Marcello
Piazza Campitelli, 9 - Roma

Stasera: Karen Thomas a Sant'Antonio dei Portoghesi

AGORA
IL DIALOGO E L’EMPATIA
NELL’ARTE DI KAREN THOMAS
OPENING 17 SETTEMBRE 2015
ORE 19.00

ISTITUTO PORTOGHESE DI SANT’ANTONIO
Via dei Portoghesi, 6 Roma



Dopo la mostra “ I Colori della Luce, Colori della Pace” in Alto Adige della Primavera 2015 e “Omaggio a Roma” ospitata nella kermesse culturale dell’Estate Romana Lungo il Tevere 2015 , la pittrice berlinese Karen THOMAS torna a Roma con una nuova Personale “AGORA. Il Dialogo e l’ Empatia nell’Arte di Karen THOMAS”. 
La mostra, sotto l’Alto Patrocinio di S. E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede Dott. António de Almeida Ribeiro, si realizza grazie alla collaborazione con il Prof. Francisco de Almeida Dias, curatore della Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio -  luogo storico e di appartenenza  affettiva per l’ Artista, e grazie all’ospitalità  del Rettore dell’Istituto Mons. Agostinho da Costa Borges.
Il tema principale di questa Personale è una nuova riflessione filosofica elaboratada Karen THOMAS attraverso un “triangolo ideale”: Incontro – Dialogo – Empatia. Al centro di questo ragionamento l’Arte e la Pittura, nell’accezione più aulica e sacra, strumento per tornare al cuore della nostra natura umana attraverso un Dialogo con l’Altro. A traghettare l’Osservatore in questo Dialogo ed Incontro con la Luce e la conoscenza  è l’ Opera d’Arte , che con forza e sensibilità riesce a rispondere e soddisfare il bisogno di bellezza e Pace ispirando un sentimento di Empatia nell’Osservatore.
Il tema dell’ Incontro assume oggi un significato ancora più forte. L’incontro è un evento propizio all’esercizio di volontà, e in modo speciale al comunicare. Un fatto questo di primaria importanza per la “costruzione” del dialogo. Nell’Incontro quello che più interessa è la possibilità di una risposta alla domanda, lo sguardo riposto sull’Altro, la scoperta dell’Altro in senso generale.
Come spiega Karen THOMAS “ questo è il messaggio della mostra : l’Arte, attraverso la bellezza vuole dare risposte ed essere il luogo dell’ Incontro, dove è possibile trovare un Dialogo che conduce alla verità ed alla luce. Questa ricerca di verità, di luce, di conoscenza, è una ricerca dentro noi stessi, in relazione all’Altro e l’Empatia che nasce in questo Incontro è l’atto paradossale in cui la realtà dell’Altro, di ciò che non siamo, non abbiamo ancora vissuto o che non vivremo mai e che ci sposta nell’ignoto, diventa elemento dell’esperienza più intima, cioè quella del sentire insieme, che produce ampliamento ed espansione verso ciò che è oltre, imprevisto. L’Empatia permette un accordo essenziale: entrare nell’orizzonte dello spirito, perché dare un senso è un’operazione terapeutica, e l’Empatia è il luogo dell’anima in cui convivono le molteplici forme del sentire l’Altro: l’amicizia, l’amore, la compassione, l’attenzione, la cura, il rispetto, il riguardo”.
In questa mostra l’Opera d’Arte ha un ruolo preciso: creare la base dell’Incontro, dove iniziano esperienze di somiglianza e dissomiglianza e l’Empatia ne disegna lo spazio della relazione, ne mette in gioco spazio e tempo in quella giusta distanza che impedisce all’amore di travolgere e all’indifferenza di raggelare. E “Spazio” e “Tempo” si ritrovano anche nel significato di AGORA nella lingua Portoghese in cui la sua “accezione è “Ora, Presente”, ed in questo Presente c’è un urgente bisogno di Incontrarsi e Riconoscersi.
Ed è questo luogo l’ “AGORA dell’Uomo”, la Piazza per eccellenza dove “Dialogare” significa allo stesso tempo “Sentirti e Sentire come Sento io” che l’Arte prende la sua forma di guida, come in un Incontro dantesco dove Virgilio appare a Dante per essere guidato e salvato.
Con questa Personale Karen THOMAS presenterà al pubblico un nuovo ciclo artistico composto da più tecniche pittoriche, passando dalla tela, lavorata con maestria ed estrema sapienza, al plexiglas, strumento  scelto dalla pittrice per comunicare trasparenza, fiducia, immagine di noi stessi, fino alle installazioni.  Una mostra che adotterà un allestimento simbolo di un Passaggio, un’Onda emotiva capace di riportare il visitatore all’origine della sua natura.
La mostra sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 17 alle 20 e sarà corredata dai testi critici di Karen Thomas e Ilaria Sergi e dal libro d’Arte “Karen Thomas - I Colori della Luce,Colori della Pace, presentato a Torino al Salone del Libro 2015”, edito Mater.

In Collaborazione con


Ufficio Stampa e Comunicazione

Associazione Mater / info@mat-er.com/ 333.6344957/ www.mat-er.com

Conclusa l'opera di ADDFUEL a via Flaminia

PRIMA


DOPO

foto di Paolo Darra


Oggi in via Flaminia​,​ insieme all'artista Diogo Machado aka ADD FUEL ​​per festeggiare ​la sua prima opera romana THIS CONNECTION  nella quale mette in relazione, in un gioco dicotomico, la tradizionale ceramica portoghese “azulejos” con  l​e​medieval​i​ cosmatesche​ nostrane.​

Per l'occasione la cucina italiana incontra una selezione di pluripremiati vini portoghesi serviti a bordo della compagnia aerea TAP Portugal in una fusion che accompagnerà la presentazione delle serigrafie inedite del progetto romano FORGOTTEN.

Il progetto mira a mettere in luce alcuni edifici della città di Roma che negli anni, a causa di diversi fattori, sono stati in qualche modo “dimenticati” o rischiano di esserlo prospettando un futuro piuttosto incerto.
​L’operazione è realizzata in collaborazione con l’Ambasciata del Portogallo, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, la Casa dell’Architettura di Roma, l’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma.

​17,30 - via Flaminia 53 A

lunedì 14 settembre 2015

Countdown: giovedì 17, musica portoghese nei "Concerti del Tempietto"

Tiago Neto (violino), Olivia Funnell (violoncello) e João Aboim (pianoforte) fra pochi giorni a Roma, suonando compositori portoghesi... e non solo.

Olivia Funnell e João Aboim


IN
http://www.tempietto.it/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1

Concerti del Tempietto
FESTIVAL MUSICALE DELLE NAZIONI
Chiostro di Campitelli al Teatro di Marcello
Piazza Campitelli, 9 - Roma

Giovedì 17 Settembre 2015 ore 20.30 
in collaborazione con l’Ambasciata del Portogallo
DA SILVA  DE SOUZA  BARBOSA FRAGOSO DO NASCIMENTO
BRITTEN: SONATA OP. 65
BEETHOVEN: TRIO OP. 70 N. 1 “GLI SPETTRI”

Tiago Neto (violino)
Olivia Funnell (violoncello)
João Aboim (pianoforte)

Musiche di B. Britten (Sonata per violoncello e pianoforte in Do Maggiore Op. 65); Ó. da Silva (Romanza); D. de Souza (Vision passé); L. Barbosa (Romanza); A. Fragoso (Sonata per violino in Re Maggiore); H. do Nascimento (Romanza); L. van Beethoven (Trio in Re Maggiore Op. 70 n. 1 "Gli Spettri".



Chiostro di Campitelli al Teatro di Marcello
Piazza Campitelli, 9 - Roma

Work in progress: ADDFUEL in una strada di Roma

https://www.facebook.com/Forgotten-Project-996305907054130/timeline/



Vedere anche:
http://viadeiportoghesi.blogspot.it/2015/09/da-domani-street-art-portoghese-sulla.html

Storici portoghesi a Roma nel XIV CONGRESSO INTERNAZIONALE di DIPLOMATIOCA



I professori portoghesi José MARQUES (Universidade do Porto), Maria Cristina ALMEIDA E CUNHA ALEGRE (Universidade do Porto) e Maria João OLIVEIRA SILVA (CITCEM, Universidade do Porto), Maria Helena DA CRUZ COELHO (Universidade de Coimbra) e Saul Antonio GOMES (Universidade de Coimbra), sono stati a Roma per il XIV CONGRESSO INTERNAZIONALE organizzato da Commission Internationale de Diplomatique, École française de Rome, École nationale des chartes Centre Jean-Mabillon-EA 3624 e Sapienza-Università di Roma Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche.

Dedicato al tema "I documenti del commercio e dei mercanti tra medioevo e età moderna (XII-XVII sec.)", gli storici portoghesi hanno partecipato alla sessione del venerdì 11 settembre alla École française de Rome – Piazza Navona, 62: "I tempi moderni e l’Atlantico (XVI-XVII secc.)".


José MARQUES (Universidade do Porto), Maria Cristina ALMEIDA E CUNHA ALEGRE (Universidade do Porto) e Maria João OLIVEIRA SILVA (CITCEM, Universidade do Porto)

Les contrats commerciaux des marchands de Porto et du Nord-ouest atlantique portugais au début de l’époque moderne


Maria Helena DA CRUZ COELHO (Universidade de Coimbra) e Saul Antonio GOMES (Universidade de
Coimbra)
Lettere e documenti di mercanti nel Portogallo del Cinquecento



A cinquant’anni dalla sua costituzione, la Commission Internationale de Diplomatique dedica il suo XIV Congresso ai documenti del commercio e dei mercanti, affrontando per la prima volta in modo organico un tema verso il quale la Diplomatica, soprattutto in Italia, ha da sempre dimostrato un interesse relativo. I diplomatisti, infatti, ad oggi si sono interessati di tale documentazione solo se redatta da mano di notai e solo marginalmente nei casi di autografia mercantile, con la conseguenza che lo studio su questi materiali nel loro complesso è divenuta con il tempo appannaggio quasi esclusivo degli storici dell’economia e del diritto, o degli storici della lingua. Mentre invece tutti i documenti prodotti nell'ambito di transazioni commerciali, che fossero di mano di un notaio o di un mercante indifferentemente, dovevano essere redatti secondo una precisa combinazione di forme interne e esterne, condivisa e riconoscibile a livello locale e su scala internazionale. Potendo quindi contare su un oggetto di ricerca e discussione così diversificato nella sua molteplicità di esempi, si avrà certamente modo di comporre un primo quadro di scritture del commercio in quanto parte del sistema documentario basso medievale e di prima età moderna attraverso una riflessione complessiva intorno ad alcune domande generali e di fondo, tra le quali: con quali forme e finalità giuridiche vengono redatti i documenti commerciali? sul piano dell’efficacia giuridica, esiste un rapporto di analogia e di reciprocità tra il documento mercantile e commerciale redatto da un notaio e quello redatto da altri soggetti? nel complessivo quadro europeo, è possibile procedere a un comparazione che tenga conto, in diacronìa e in sincronìa, della molteplicità tipologica?



venerdì 11 settembre 2015

Da domani: street art portoghese sulla Via Flaminia


Arriva oggi a Roma per realizzare il suo progetto di street art a Via Flaminia l'artista portoghese ADDFUEL (Diogo Machado). Via dei Portoghesi terrà informati i suoi lettori sull'andamento dell'opera e su le iniziative correlate all'evento.

http://www.forgottenproject.it/
https://www.facebook.com/Forgotten-Project-996305907054130/timeline/




ADDFUEL | DIOGO MACHADO | Cascais, 1980

Diogo Machado eccelle nella creazione di mondi immaginari, in cui combina personaggi irreali, elementi decorativi, il suo tratto distintivo su cui aleggia un’ironia onnipresente e un notevole senso della simmetria. Nella serie di pezzi che realizza sui muri, crea l’idea del trompe d’oeil, portando lo spettatore a credere che siano presenti delle icone medioevali, dato il rigore e la forma con cui disegna; ma quando ci si avvicina e si osserva attentamente il pezzo, si scopre una composizione estremamente contemporanea: un mondo pop, strano ed ironico. La complessità visiva delle sue creazioni infatti richiede una più profonda occhiata che rivela piccoli ed inaspettati dettagli ed una scala di significato totalmente diversa. In questa dualità d’intenti - il semplice ed il complesso - giace la vitalità del suo universo. Vanta collaborazioni con importanti personaggi dell’arte, marchi e gallerie. Si divide oggi tra la sua passione per l’illustrazione e il bisogno di rendere la strada la sua galleria privata, giocando con la mente e lo spirito di attenzione della gente, aggiungendo pezzi della tradizione ‘rinnovati’.

https://www.facebook.com/addfueltothefire


Forgotten è un progetto urbano che mira a porre in luce alcuni edifici della città di Roma che negli anni, a causa di fattori legati alla inevitabile espansione della città stessa, al cambiamento delle abitudini dei cittadini, sono stati in qualche modo “dimenticati” o rischiano di esserlo e prospettano un futuro piuttosto incerto.

Forgotten vede il coinvolgimento di cinque artisti dell’arte urbana portoghese, molto apprezzata negli ultimi anni in Europa e nel Mondo, invitati per la prima volta a realizzare opere murali nella città di Roma, ciascuno con la propria personalissima tecnica.

Il progetto si dividerà in due parti: una prima fase di realizzazione delle opere murali con il coinvolgimento attivo della cittadinanza ed una seconda che racconti l’esperienza attraverso una mostra all’attenzione dei critici, delle istituzioni e dei cittadini.

L’operazione è realizzata in collaborazione con l’Ambasciata del Portogallo, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, la Casa dell’Architettura di Roma e l’istituto IPSAR.

http://www.forgottenproject.it/

mercoledì 9 settembre 2015

Mascarenhas Mateus a Roma “Per Giovanni Carbonara"


Domani, giovedì 10 settembre 2015, dalle ore 9.00, presso l’aula magna della facoltà di Architettura sede di Valle Giulia, si svolge la giornata di studi “Per Giovanni Carbonara, studi e ricerche”, promossa dalla facoltà di Architettura, dal dipartimento di Storia, disegno e restauro dell’architettura e dalla Scuola di specializzazioni in beni architettonici e del paesaggio.

L’incontro, articolato in quattro sezioni, è incentrato sul tema del restauro, della rappresentazione dell’architettura e tutela dei monumenti.

La quarta sezione, sul tema “La formazione per il restauro: riflessi internazionali ed esperienze di metodo”, a cura di Jukka Jokilehto, include, tra le riflessi internazionali, il contributo “Storia della costruzione e restauro architettonico: alcune riflessioni” del portoghese João Mascarenhas Mateus.

Attualmente professore presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Lisbona, João Mascarenhas Mateus ha realizzato il suo dottorato sull’utilizzo di tecniche tradizionali di costruzione nell’attività della conservazione architettonica presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con il Professore Giovanni Carbonara.

Giornata di studi “Per Giovanni Carbonara - studi e ricerche”
10 settembre 2015
Aula Magna della Facoltà di Architettura
Via Antonio Gramsci 53 - Roma
Programma:


João Carlos de Oliveira Mascarenhas Mateus. Concluiu o Doutoramento em Engenharia Civil pela Universidade Técnica de Lisboa em 2001. É Investigador Principal no CIAUD - Faculdade de Arquitetura da Universidade de Lisboa. Actua nas áreas de Engenharia, Arquitetura e Tecnologia com ênfase na História da Construção. No seu curriculum DeGóis os termos mais frequentes na contextualização da produção científica, tecnológica e artístico-cultural são: História da Construção, Restauro, Técnicas tradicionais de construção, Alvenaria, arquitectura, Centros Históricos, Conservação, Conservação Arquitectónica, Estruturas e Gestão de sítios históricos.




La sacralità dell’architettura - Álvaro Siza al Maxxi nell’autunno del 2016

IN http://www.artribune.com/2015/09/intervista-alvaro-siza-architettura-mostra-maxxi-roma/


La sacralità dell’architettura. Conversazione con Álvaro Siza

Il sacro nell’architettura è il tema al centro di una mostra che aprirà al Maxxi nell’autunno del 2016. Protagonista Álvaro Siza, il più grande architetto portoghese vivente. Lo abbiamo incontrato a Roma e ci ha svelato alcuni dettagli in anteprima. E poi ci ha raccontato il suo lavoro, le novità, la ricerca, il rapporto con Edoardo Souto de Moura, con la lucida intensità, l'umiltà e la naturalezza che solo i grandi maestri possiedono.

Scritto da Giulia Mura | sabato, 5 settembre 2015 · 0


Se dovesse usare tre parole per descrivere il suo lavoro, quali sceglierebbe?
Pazienza, concentrazione e apertura. Apertura nel senso di capacità di rispondere ai bisogni del vivere dell’uomo, attraverso soluzioni funzionali e concrete.
Il suo stile è stato più volte definito “modernismo poetico” per una certa capacità di introdurre elementi emotivi all’interno di spazialità moderniste, complesse eppure rigorose. Si ritrova in questa definizione?
Non ho mai pensato di fare poesia quando faccio architettura. La poesia è un’altra cosa. Se qualcuno poi vuole considerare il mio lavoro poetico, non è un atto volontario. Ci sono valori poetici in tutte le attività, volendo. La mia opera è un componimento che aspira ad essere un lavoro ben fatto, pensato, questo sì.

Da Le Corbusier sembra aver ereditato la passione pittorica nel decorare con propri disegni le opere, mentre da Frank Lloyd Wright espedienti spaziali quali l’alternanza tra compressione e decompressione. Quali sono stati i suoi maestri?
In effetti, negli Anni Cinquanta, quando ho cominciato a studiare, ce n’era uno solo: Le Corbusier. Questa era la situazione in Portogallo, dove per ragioni diverse l’informazione era limitata e condizionata. Dopo la guerra mondiale c’è stata invece una timida apertura, con un aumento nella produzione e diffusione di libri e riviste. Quindi in poco tempo le influenze si sono moltiplicate. Ma in assoluto sì, direi Le Corbusier.

Se lo strumento dell’architettura è la sua “capacità di vedere” (oltre e attraverso), cosa pensa della sovraesposizione mediatica e iconografica odierna? Internet e la tecnologia come hanno cambiato il modo di progettare?
Personalmente non ho nessun rapporto diretto con la tecnologia. Io disegno ancora tutto a mano, progettare con il computer mi innervosisce e basta. Nel mio studio ho circa dieci ragazzi che lavorano solo al computer, ma io non ci riesco. Per me è arrivato troppo tardi, ci lavoro indirettamente, osservando con curiosità.

Che ruolo ha il disegno a mano nel concepire l’architettura?
Disegnare è una forma di pensiero, dove l’intuizione e l’istinto hanno un ruolo importante. Juhani Pallasmaa parla di “mano pensante”: chi disegna ha questa esperienza. C’è un rapporto diretto e intenso tra la mano, il disegno e la mente. Permette scoperte che non hanno origine nel razionale, ma prendono corpo nella spontaneità che il disegno a mano possiede. Parla spesso di questo, in un testo molto piccolo e bellissimo, citando Alvar Aalto: quando in un progetto c’era qualcosa che non andava, “un intoppo”, Aalto andava a casa e cominciava a dipingere, senza pensare. Accadeva poi spesso che in questi disegni liberi nascesse spontaneamente la soluzione o l’idea capace di sbloccare l’intero processo.

In questo momento sta lavorando a una mostra che aprirà al Maxxi nel 2016 e che sarà curata da Achille Bonito Oliva. Il museo ha una struttura architettonica ben definita. In che modo pensa di relazionarsi allo spazio di Zaha Hadid?
Sto ideando un’installazione. Ho a disposizione uno spazio rettangolare, in cui si entrerà da due estremi. Dunque l’organizzazione dovrà fare i conti con questo doppio accesso che determina molte variabili, in particolare nel percorso dei visitatori. È necessario creare una globalità nella visita, nel modo in cui le fotografie e i disegni verranno esposti.

Quindi possiamo dire che si tratterà di un’architettura in scala che stabilirà una fondamentale relazione con il contesto, creando un dialogo con un altro architetto?
Certo. Dovrà prendere in considerazione lo spazio, proporzionando tutti gli elementi in relazione alla preesistenza, agli spessori, ai muri. Molto importante è il percorso, come la gente arriva, come si muove, le indicazioni, insieme con il materiale che sarà in esposizione.
Non sarà un’antologica come quella al Mart di Rovereto dello scorso anno. Svilupperà invece un tema: il sacro nell’architettura, o piuttosto, la religiosità nell’architettura. Alcune opere o documenti si riferiscono alla religiosità, all’intensità dello spazio. Non ho ancora deciso il tipo di materiale da esporre, ma probabilmente all’ingresso ci saranno una serie di foto di cinque edifici in costruzione, non finiti, con la rugosità tipica delle strutture ancora in progress, e anche edifici in rovina. Mi interessa mettere i risalto la dualità tra il processo del costruire e quello opposto del degrado.

Si tratta di lavori che appartengono al passato?
Sì, in questo caso quasi tutti del passato, ma alcuni di un passato recente. Come la stazione della metropolitana di Napoli, dove convivono la contemporaneità della nuova costruzione e la consolidazione delle rovine. O ancora un edificio a me caro, che ha più di vent’anni: la Facoltà di architettura di Porto, con una carrellata di immagini durante la sua costruzione, prima che fosse terminato. Forse inserirò anche un lavoro in Sicilia, che è la consolidazione delle rovine di una chiesa dopo il terremoto. Come può notare, tutto ha a che vedere con il tema del tempo che scorre.

Nella sua carriera ha avuto la possibilità di realizzare diversi edifici con destinazione museale. In ognuno di questi traspare una volontà di far collaborare le discipline, mettendo in reciprocità magnetica lo spazio, le opere e la città. Cosa lega l’arte all’architettura?
Per me architettura è arte. I musei hanno una funzione molto chiara: sociale, artistica, e sono luoghi d’incontro. Ormai possiedono apparati specifici, come bookshop e caffetterie, ma devono assolvere in particolare alla finalità di aprirsi all’arte. Qui al Maxxi, museo di arte e architettura contemporanee, non possiamo sapere sempre quale sarà il programma dei prossimi anni. Per questo motivo lo spazio deve essere capace di accogliere qualsiasi mostra o invenzione con elasticità. Deve essere capace di ricevere, che non significa neutralità. Piuttosto, penso io, lo spazio del museo deve avere un suo carattere e un’apertura al dialogo con gli artisti. Quando l’artista fa un’installazione, deve stabilirsi una conversazione proficua tra lo spazio e l’opera che lo trasforma. Lo stesso vale per il curatore che organizza la mostra: deve avere una visione globale dell’intero processo, a cavallo tra le discipline.
Non concordo affatto con l’idea che il museo debba essere assolutamente neutrale e senza definizione spaziale. Talvolta sento addirittura persone che dicono che il museo deve essere “brutto”, per non entrare in competizione con l’arte. Ma non c’è competizione! Se una mostra è buona, nessuno guarderà i dettagli della struttura, se non come un valore aggiunto.

Ha detto che se il lavoro di gruppo non funziona, l’architettura non funziona. Ci racconti il suo rapporto di collaborazione con Edouardo Souto de Moura…
La collaborazione è iniziata quando lui era molto giovane, uno studente. Il primo progetto insieme è stato un housing sociale fatto dopo la rivoluzione, negli Anni Settanta. Ho percepito che lui era un creatore, e cosi l’ho incoraggiato a lasciare il mio studio, dove era dipendente, per aprirne uno tutto suo. Da allora spesso lavoriamo insieme. Alcune volte perché siamo invitati a collaborare, come nel caso di Napoli, dove ho l’impressione che la committenza non sia sicura che io possa arrivare alla fine dei lavori e nel dubbio preferisce affiancarmi a un progettista più giovane [ride, N.d.R.]. Ad ogni modo, mi piace lavorare con lui, è una cosa molto naturale, senza cerimonie, diretta: se non siamo d’accordo su qualcosa, ce lo diciamo apertamente. Una cosa curiosa che posso raccontare è relativa alla nostra collaborazione per il Serpentine Pavilion a Londra, nel 2005. All’inaugurazione un giornalista disse a Edouardo: “Questo lavoro non sembra tuo”, e, in contemporanea, un altro disse a me la stessa cosa! Direi che l’opera sembrava nostra, ecco. Quindi, una forma di collaborazione ben riuscita.

Parliamo di Napoli, con cui ha avuto un rapporto stretto di realizzazioni – dal Museo Madre alla stazione della metropolitana. Un città  vitale, caotica, intensamente mediterranea.
Io amo Napoli. Non solo la sua bellezza, la complessità, ma il suo essere cosciente che sottoterra ci sia un’altra città o altre città. Questo si riflette in superficie, per la persistenza delle attività dell’architettura. È un luogo straordinario, si percepisce la vitalità dei suoi abitanti e della sua gente. Dietro tutti i drammi c’è una vitalità potente.
Tutti dicono che Napoli è un caos, nelle strade talvolta non esistono marciapiedi, passano persone a piedi, in macchina, in motorino. Una confusione che lì è moltiplicata, il respiro della città rispetto al movimento, un transito perenne. Ma c’è una cosa che fa pensare: a Napoli non ci sono poi così tanti incidenti! Questo, paradossalmente, indica una cultura di convivenza e non di marginalizzazione.

Cosa significa lavorare lì come architetto? Questa sensazione così forte che emerge dalla città è capace di influenzare l’opera?
Inevitabilmente sì, e in diverse forme. Una diretta, pratica: quando si scava per le fondazioni, appaiono gli spagnoli, gli arabi, i greci, i romani, i normanni… che inevitabilmente significano compromessi o limitazioni al lavoro. In Italia per forza di cose esiste una grande cura rispetto a quest’aspetto, con le Soprintendenze molto forti, qualche volta troppo forti.
Questa ricchezza patrimoniale, questa densità data dalle sovrapposizioni esistenti e la cura che ne consegue qualche volta snerva gli architetti – me compreso. Devo però riconoscere che le istituzioni giocano un ruolo molto importante nella conservazione e nella valorizzazione.

Una delle migliori cose che l’Europa unita ha istituito a livello educativo e universitario è stato l’Erasmus, che ha dato la possibilità a tutti gli studenti di viaggiare e conoscere il mondo in un modo prima inaspettato. Cosa pensa dell’università di oggi?
Credo che l’Erasmus sia l’unico programma veramente efficace fatto dalla Comunità Europea. È straordinario, ha sviluppato lo scambio diretto di studenti, professori e informazioni, e questo determinerà un’influenza enorme nell’architettura, in modi che forse ancora non abbiamo visto nella loro piena potenzialità.

È recentissima la notizia che costruirà un grattacielo con appartamenti di lusso a New York. Si tratterebbe del suo primo progetto americano. Cosa può dirci a proposito?
È una piccola torre per le dimensioni abituali americane, appena 35 piani. In un posto buono, nel centro di Manhattan, più vicino al fiume Hudson. È un lotto stretto e pertanto, per il poco spazio disponibile, l’ho pensata molto esile, leggera, con proporzioni interessanti. Sarà elegante.

E in Italia, ci sono in cantiere altri progetti?
Sì, un progetto di edilizia abitativa a Gallarate, al quale sto lavorando insieme a Roberto Cremascoli, un altro architetto con cui amo molto collaborare. Si tratta di 19 appartamenti nel centro storico, tra via Roma e via Postporta, distribuiti in due fabbricati di quattro piani fuori terra. L’impianto tipologico è pensato per dare grande importanza agli spazi esterni, ai percorsi pubblici e privati, riproponendo il cortile e i vicoli del borgo antico.

Quale può essere considerata l’opera della sua vita?
All’età di ottantadue anni è una domanda che mi viene posta spesso. Non ce n’è una nello specifico, in realtà. L’opera della mia vita sono tutti i lavori che ho fatto. Ognuna apporta un’esperienza e un momento nel percorso che influenzerà il seguente e che è stato influenzato dal passato.

Giulia Mura

http://alvarosizavieira.com/

Bispos portugueses em Roma de 07 a 12 de setembro



Bispos portugueses em Roma de 07 a 12 de setembro anuncia Conferência Episcopal

Agência Lusa 14 Jul, 2015, 16:58

Os bispos católicos portugueses vão deslocar-se a Roma, Itália, de 07 a 12 de setembro, para a tradicional visita "ad limina", anunciou hoje em Fátima, distrito de Santarém, o porta-voz da Conferência Episcopal Portuguesa (CEP).

"A visita `ad limina` propriamente dita começará na segunda-feira até sábado, dia 07 até ao dia 12 [de setembro]. Ainda não está totalmente definido, mas pensa-se que a audiência, o encontro com o Santo Padre, será logo no início da visita", afirmou o padre Manuel Barbosa, no final de mais uma reunião do Conselho Permanente da CEP.

O sacerdote explicou que habitualmente o encontro com o papa "é no fim ou durante" a visita, "mas desta vez, como ele tem feito aliás com outras conferências episcopais, será no início".

A visita "ad limina" é a visita que cada bispo diocesano deve fazer a Roma, o que geralmente acontece de cinco em cinco anos e por conferência episcopal, na qual apresenta ao papa o relatório sobre o estado da respetiva diocese e da Igreja no seu país, explicou o responsável.

A última visita dos bispos portugueses realizou-se em 2007, sendo que na ocasião a CEP encetou o "caminho de repensar a pastoral da Igreja em Portugal".

"Os acontecimentos conhecidos, como a mudança de papa, levaram a que o prazo fosse dilatado", justificou recentemente o porta-voz da CEP.

Manuel Barbosa adiantou que do programa consta a visita a várias congregações e conselhos pontifícios, assim como celebrações nas basílicas maiores, sendo que a partida dos cerca de 40 bispos, incluindo auxiliares e eméritos, está prevista para 04 de setembro.

"O programa já está quase a 90 por cento feito, mas é preciso naturalmente esperar de Roma, do Vaticano, ainda algumas definições", afirmou, admitindo que a visita do papa a Portugal, em maio de 2017, por ocasião do centenário dos acontecimentos de Fátima, possa também ser abordada no encontro com os bispos.

O responsável referiu que "se a visita é só a Fátima ou se alargará mais, isso está tudo em aberto".

A 25 de abril, o papa Francisco confirmou, ao bispo de Leiria-Fátima, António Marto, que tenciona deslocar-se a Fátima em 2017, quando se assinala o centenário dos acontecimentos na Cova da Iria, revelou nesse dia a diocese portuguesa.

Numa informação enviada à agência Lusa, a diocese anunciou que, em audiência privada, hoje, em Roma, o papa Francisco confirmou a António Marto que, "`se Deus [me] der vida e saúde` quer estar na Cova da Iria para celebrar o centenário das aparições de Fátima".

"Depois de ter recebido já vários convites, é a primeira vez que Francisco afirma de forma explícita este desejo de vir a Fátima, autorizando a divulgação pública da sua intenção", destacou a diocese.

Na reunião de hoje do Conselho Permanente foi objeto de preparação a agenda da próxima Assembleia Plenária da CEP, a decorrer em novembro, em Fátima, que inclui, além do debate dos resultados da visita dos bispos a Roma, a reflexão originada na sequência das conclusões do Sínodo dos Bispos em outubro.

O centenário dos acontecimentos de Fátima, em 2017, e sugestões para celebrar o Ano da Misericórdia, que inicia a 08 de dezembro, serão outros dos temas na reunião magna dos bispos.

lunedì 7 settembre 2015

17 settembre - Galleria IPSAR: “AGORA, il dialogo e l’empatia” di Karen Thomas


Il tema principale di questa Personale è una nuova riflessione filosofica elaborata da Karen THOMAS attraverso un “triangolo ideale”: Incontro – Dialogo – Empatia. Al centro di questo ragionamento l’Arte e la Pittura, nell’accezione più aulica e sacra, strumento per tornare al cuore della nostra natura umana attraverso un Dialogo con l’Altro. A traghettare l’Osservatore in questo Dialogo ed Incontro con la Luce e la conoscenza  è l’ Opera d’Arte , che con forza e sensibilità riesce a rispondere e soddisfare il bisogno di bellezza e Pace ispirando un sentimento di Empatia nell’Osservatore.

http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=131

AGORA
IL DIALOGO E L’EMPATIA
NELL’ARTE DI KAREN THOMAS
OPENING 17 SETTEMBRE 2015
ORE 19.00

ISTITUTO PORTOGHESE DI SANT’ANTONIO
Via dei Portoghesi, 6 Roma



Dopo la mostra “ I Colori della Luce, Colori della Pace” in Alto Adige della Primavera 2015 e “Omaggio a Roma” ospitata nella kermesse culturale dell’Estate Romana Lungo il Tevere 2015 , la pittrice berlinese Karen THOMAS torna a Roma con una nuova Personale “AGORA. Il Dialogo e l’ Empatia nell’Arte di Karen THOMAS”. 
La mostra, sotto l’Alto Patrocinio di S. E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede Dott. António de Almeida Ribeiro, si inaugura il 17 settembre 2015 alle ore 19.00 ed è ospitata nella Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in via dei Portoghesi, 6  a Roma -  luogo storico e di appartenenza  affettiva per l’ Artista. 

Il tema principale di questa Personale è una nuova riflessione filosofica elaboratada Karen THOMAS attraverso un “triangolo ideale”: Incontro – Dialogo – Empatia. Al centro di questo ragionamento l’Arte e la Pittura, nell’accezione più aulica e sacra, strumento per tornare al cuore della nostra natura umana attraverso un Dialogo con l’Altro. A traghettare l’Osservatore in questo Dialogo ed Incontro con la Luce e la conoscenza  è l’ Opera d’Arte , che con forza e sensibilità riesce a rispondere e soddisfare il bisogno di bellezza e Pace ispirando un sentimento di Empatia nell’Osservatore.

Il tema dell’ Incontro assume oggi un significato ancora più forte. L’incontro è un evento propizio all’esercizio di volontà, e in modo speciale al comunicare. Un fatto questo di primaria importanza per la “costruzione” del dialogo. Nell’Incontro quello che più interessa è la possibilità di una risposta alla domanda, lo sguardo riposto sull’Altro, la scoperta dell’Altro in senso generale.

Come spiega Karen THOMAS “ questo è il messaggio della mostra : l’Arte, attraverso la bellezza vuole dare risposte ed essere il luogo dell’ Incontro, dove è possibile trovare un Dialogo che conduce alla verità ed alla luce. Questa ricerca di verità, di luce, di conoscenza, è una ricerca dentro noi stessi, in relazione all’Altro e l’Empatia che nasce in questo Incontro è l’atto paradossale in cui la realtà dell’Altro, di ciò che non siamo, non abbiamo ancora vissuto o che non vivremo mai e che ci sposta nell’ignoto, diventa elemento dell’esperienza più intima, cioè quella del sentire insieme, che produce ampliamento ed espansione verso ciò che è oltre, imprevisto. L’Empatia permette un accordo essenziale: entrare nell’orizzonte dello spirito, perché dare un senso è un’operazione terapeutica, e l’Empatia è il luogo dell’anima in cui convivono le molteplici forme del sentire l’Altro: l’amicizia, l’amore, la compassione, l’attenzione, la cura, il rispetto, il riguardo”.

In questa mostra l’Opera d’Arte ha un ruolo preciso: creare la base dell’Incontro, dove iniziano esperienze di somiglianza e dissomiglianza e l’Empatia ne disegna lo spazio della relazione, ne mette in gioco spazio e tempo in quella giusta distanza che impedisce all’amore di travolgere e all’indifferenza di raggelare. E “Spazio” e “Tempo” si ritrovano anche nel significato di AGORA nella lingua Portoghese in cui la sua “accezione è “Ora, Presente”, ed in questo Presente c’è un urgente bisogno di Incontrarsi e Riconoscersi.
Ed è questo luogo l’ “AGORA dell’Uomo”, la Piazza per eccellenza dove “Dialogare” significa allo stesso tempo “Sentirti e Sentire come Sento io” che l’Arte prende la sua forma di guida, come in un Incontro dantesco dove Virgilio appare a Dante per essere guidato e salvato.

Con questa Personale Karen THOMAS presenterà al pubblico un nuovo ciclo artistico composto da più tecniche pittoriche, passando dalla tela, lavorata con maestria ed estrema sapienza, al plexiglas, strumento  scelto dalla pittrice per comunicare trasparenza, fiducia, immagine di noi stessi, fino alle installazioni.  Una mostra che adotterà un allestimento simbolo di un Passaggio, un’Onda emotiva capace di riportare il visitatore all’origine della sua natura.

La mostra sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 17 alle 20 e sarà corredata dai testi critici di Karen Thomas e Ilaria Sergi e dal libro d’Arte “Karen Thomas - I Colori della Luce,Colori della Pace, presentato a Torino al Salone del Libro 2015”, edito Mater.


In Collaborazione con

Ufficio Stampa e Comunicazione
Associazione Mater / info@mat-er.com/ 333.6344957/ www.mat-er.com





Concerti di Settembre - Sant'Antonio dei Portoghesi



Domenica 13.9.2015
Concerto di inaugurazione
della nuova consolle
a 5 manuali dell’organo
Integrale dell’opera organistica
di JOHANN SEBASTIAN BACH
18.30 Concerto di organo XIII
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa

Domenica 20.9.2015
Serie concertistica internazionale
I MAESTRI DELL’ORGANO
18.30 Concerto di organo
“Fuochi d’artificio: Toccata e Sinfonia”
Organista: Daniel Zaretski (RUSSIA)
Programma: opere di T. Dubois, C.-M. Widor,
L. Vierne, E. Gigout, G. Muschel

Sabato 26.9.2015
Integrale dell’opera organistica
di JOHANN SEBASTIAN BACH
12.00 Anteprima di organo e pianoforte XIV
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa

Sabato 26.9.2015
19.00 Concerto di chitarra
Chitarrista: Romuald Erenc (POLONIA)
Programma: opere di J. Dowland, S. L. Weiss,
N. Coste, A. Barrios-Mangore, R. Erenc

Domenica 27.9.2015
Integrale dell’opera organistica
di JOHANN SEBASTIAN BACH
18.30 Concerto di organo XIV
Organista titolare: Giampaolo Di Rosa

"Montanha" di João Salaviza al Festival di Venezia

Montanha, del regista portoghese João Salaviza, in concorso alla Settimana Internazionale della Critica nell'ambito della 72ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre).


IN http://www.cinecriticaweb.it/sic-film/montanha-montagna

Una calda estate a Lisbona. David, 14 anni, attende l’imminente morte del nonno, ma si rifiuta di fargli visita temendo il peso di questa terribile perdita. Sua madre, Mónica, passa le notti in ospedale. Il vuoto che il nonno sta lasciando costringe David a diventare l’uomo di casa, dove vive con Erica, la sorella di tre anni. David non si sente pronto ad assumere questo nuovo ruolo eppure, senza accorgersene, più cerca di sfuggire all’età adulta, più gli si avvicina…
L’adolescenza è come una montagna da scalare, che si può presentare improvvisamente ripida. Lo prova in pochi giorni il quattordicenne David, il cui passaggio all’età adulta è accelerato dall’agonia del nonno in ospedale e da un primo amore che ne sconvolge le giornate. Un ragazzo costretto a essere più grande della sua età, tenero e rabbioso, capace di una dichiarazione d’amore struggente. Il film è un romanzo di formazione nello stile del cinema portoghese che evidenzia l’autorialità di un regista esordiente e già maturo, che usa i passaggi chiave, a partire dall’ambientazione estiva, con il luna park, le corse in motorino e la discoteca, in maniera consapevole ed efficace. Un esordio che sa quasi fermare il tempo a fissare il momento del passaggio.



João Salaviza, nato a Lisbona nel 1984, si è diplomato alla ESTC – National Film and Theatre Academy di Lisbona e alla Universidad del Cine di Buenos Aires. I suoi cortometraggi sono stati selezionati in oltre cento festival e hanno vinto numerosi premi. In particolare, è l’autore di una fortunata trilogia di corti che comprende Arena (Palma d’Oro per il miglior corto a Cannes 2009), Cerro negro (Rotterdam Film Festival 2012), and Rafa (Orso d’Oro per il miglior corto alla Berlinale 2012 e Premio in memoria di Ingmar Bergman all’Uppsala Film Festival). Nel 2012 quattro dei suoi cortometraggi sono stati presentati in una retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi. Montanha è il suo lungometraggio d’esordio.

Sceneggiatura:
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Anno:
VEDERE ANCHE
https://www.roma.embaixadaportugal.mne.pt/it/
http://www.publico.pt/culturaipsilon/noticia/montanha-de-joao-salaviza-na-semana-da-critica-de-veneza-1702901